• Tematica Violenza

    • Violenza domestica
      • Se non sussiste una situazione di violenza acuta, ma vivete comunque una relazione in cui vi sentite limitati nelle vostre libertà, oppure se sono presenti dei conflitti, parlatene con qualcuno! Contattate amiche e amici o un consultorio. Non c’è da vergognarsi a voler cambiare una relazione che va male o cercare aiuto. Al contrario, rompete il muro del silenzio! In tutti i cantoni esistono consultori matrimoniali o per coppie facilmente reperibili in Internet.

      • In ogni cantone esistono consultori di aiuto alle vittime a cui le vittime possono rivolgersi. Questi consultori offrono un aiuto gratuito alle vittime di violenza di ogni età e sesso. Il sostegno va dall’organizzazione dell’assistenza medica, passando dalla consulenza legale e dal sostegno terapeutico, fino all’aiuto materiale. Le consulenze sono confidenziali e possono essere richieste mantenendo l’anonimato. Anche i familiari e le persone vicine alla famiglia della vittima sono consigliate e sostenute. A questo livello non è necessario aver già avviato una procedura penale. I collaboratori e le collaboratrici dei consultori di aiuto alle vittime di reati sono inoltre tenuti al segreto professionale. Solo quando l’integrità fisica, psichica o sessuale di un minorenne è in pericolo, i consultori di aiuto alle vittime possono informare l’autorità di protezione dei minori e degli adulti (AMPA) rispettivamente sporgere denuncia.

      • Le case per le donne vittime di violenza offrono protezione immediata, alloggio e consulenza alle donne e ai loro figli che vivono situazioni di violenza acuta. Anche se in base alle disposizioni di legge le persone che usano violenza sono colpite da una misura di allontanamento che permette così alle vittime di continuare a vivere nel loro ambiente abituale, vi sono sempre casi in cui le donne trovano la necessaria sicurezza solo nelle case per le donne vittime di violenza. Queste case offrono una protezione a tempo determinato proprio a quelle donne che non hanno una rete sociale abbastanza larga o che vivono correntemente una situazione di minaccia. Nelle case per le donne, le vittime dovrebbero ritrovare la calma e la serenità necessarie per prendere le decisioni che si impongono con l’aiuto di specialiste. finden.

      • Nel Canton Argovia, la casa per padri Zwüschehalt offre ai padri separati o vittime di violenza domestica e ai loro figli un alloggio temporaneo, assicurando anche un’assistenza psicologica, legale e organizzativa.

        A Ginevra, in caso d’emergenza Le Pertuis ospita per un mese adulti, con o senza figli, in difficoltà a causa di episodi di violenza all’interno della coppia o della famiglia. A Le Pertuis possono rivolgersi sia gli autori sia le vittime di violenza domestica.

      • Spesso anche le persone violente sono vittime delle proprie azioni che sovente non sono in grado di gestire nella fase iniziale. Devono tuttavia assumersi la responsabilità delle loro azioni e lavorare sul loro comportamento violento. L’associazione professionale svizzera dei consultori contro la violenza (APSCV) mette a disposizione gli indirizzi dei consultori per le persone violente che offrono consulenze e programmi didattici nel suo sito: www.fvgs.ch/beratungsstellen.html.

      • La violenza fisica è la forma di violenza più evidente, se non addirittura la più frequente, e va dall’aggressione (p. es. una sberla) fino all’omicidio. Un’altra forma di sopruso è la violenza sessuale che può tradursi in costrizione sessuale fino alla violenza carnale.

        Per le autorità di perseguimento penale, le forme di violenza psicologica che si manifestano più spesso risultano meno evidenti e sono quindi più difficili da provare, anche se per le vittime anche queste vessazioni sono fonte di grande sofferenza. Queste forme di violenza – come per esempio la minaccia, la coazione, il sequestro di persona e gli atti persecutori dopo una separazione (stalking) – possono tuttavia essere punite legalmente nella maggior parte dei casi e quindi anche denunciate.

        Oltre alla violenza fisica, sessuale e psicologica, rientrano nella definizione di violenza domestica anche quei comportamenti che, nel loro insieme, hanno per scopo di controllare la vittima e di limitare o reprimere il suo libero arbitrio.

      • La violenza domestica nella sua forma più frequente si manifesta nell’ambito di relazioni fra adulti (con bambini) eterosessuali o omosessuali. Vi è anche tutta una serie di altre costellazioni relazionali che, se sono segnate dalla violenza, rientrano anch’esse nel concetto di violenza domestica. Fra queste annoveriamo la violenza all’interno di coppie di giovani, il matrimonio forzato e la violenza fra coniugi uniti per forza in matrimonio, il cosiddetto omicidio d’onore, le mutilazioni genitali, la violenza contro le persone anziane all’interno di un nucleo familiare, la violenza dei genitori nei confronti dei loro figli e viceversa, la violenza fra fratelli e sorelle oppure anche lo stalking.

        Anche in questo caso vi consigliamo di rivolgervi ad un consultorio per le vittime nel vostro cantone che saprà come aiutarvi o vi informerà sulle offerte specifiche di aiuto e assistenza.

      • Conformemente al codice penale (CP), dal 1° aprile 2004 le lesioni semplici (art. 123, cifra 2, cpv. 3–5, CP), le ripetute vie di fatto (art. 126 cpv. 2, lett. b, bbis e c, CP), la minaccia (art. 180, cpv. 2, CP), come pure la coazione sessuale (art. 189 CP) e la violenza carnale (art. 190 CP) nell’ambito del matrimonio e dell’unione domestica sono reati perseguibili d’ufficio. Gli atti di violenza sia fra coniugi che fra partner eterosessuali o omosessuali che vivono in comunione domestica a tempo indeterminato o avvenuti nell’anno successivo alla separazione sono pertanto perseguiti d’ufficio. Si applica la stessa disposizione agli atti di violenza commessi fra coniugi, anche se ognuna delle parti ha un proprio domicilio o vive separata, e se sono stati commessi nell’anno successivo al divorzio.

      • Se è stata usata violenza o sono state proferite gravi minacce, e se le vittime in questione continuano ad essere minacciate dalla persona violenta, la polizia verifica la possibilità di disporre un allontanamento e un divieto di tornare al proprio domicilio nei confronti della persona violenta. Questo modo di procedere dovrebbe dare alle vittime – spesso donne e bambini – la garanzia di poter rimanere nella loro abitazione.

        L’allontanamento dal domicilio ordinato dalla polizia è limitato nel tempo e, a seconda dei cantoni, può durare dai 10 ai 14 giorni. Il prolungamento del periodo di allontanamento della persona violenta dalla vittima è di competenza dei tribunali civili o di altre autorità giudiziarie. Queste istanze possono fra l’altro ordinare l’assegnazione del domicilio coniugale alla vittima e ai suoi figli per uso proprio ed esclusivo durante la separazione, il divieto di contattare la vittima (contatto personale, per telefono, via SMS, e-mail, per lettera) e il divieto di avvicinarsi (via, quartiere, scuola, ecc.).

      • Se viene ordinato un divieto di avere contatti, all’imputato/a è fatto divieto di contattare in qualsiasi modo la vittima. In questo divieto rientrano azioni come rivolgere direttamente la parola alla vittima, telefonarle, inviarle SMS, e-mail, lettere, contattarla in Facebook, ecc. Il divieto di avere contatti può anche essere esteso ad altre persone (per esempio ai figli e ai parenti), se la loro protezione lo richiede.

      • In situazioni di violenza acuta e minaccia, si deve chiamare la polizia al 117, in servizio 24 ore su 24. «Acuto» non significa che vi è già stato spargimento di sangue! Chi si sente minacciato dovrebbe però telefonare subito alla polizia, invece di aspettare che sia troppo tardi.

        Nell’ambito del suo lavoro, la polizia si preoccupa prima di tutto di proteggere la vittima e poi indaga per chiarire le responsabilità. Un intervento di polizia ideale si svolge come segue: la polizia si reca sul posto e chiede alle vittime di fornire tutte le informazioni sull’incidente. Interroga la vittima separatamente dalla persona sospettata di aver usato violenza. Chiarisce poi se i fatti successi violano il diritto penale. Nel caso di lesioni fisiche evidenti, la polizia accompagna la vittima dove può ricevere le cure del caso. Poi informa le persone coinvolte sulle possibili azioni legali. Le vittime di sesso femminile sono, se possibile, interrogate da una poliziotta. Inoltre si farà tutto il necessario affinché i bambini siano curati e informati tenendo conto della loro età. In funzione della situazione verrà informata l’autorità di protezione dei minori e degli adulti (AMPA). Se è stata usata violenza o sono state proferite gravi minacce, e se le vittime in questione continuano ad essere minacciate dalla persona violenta, la polizia verifica la possibilità di disporre un allontanamento e un divieto di tornare al proprio domicilio nei confronti della persona violenta. Questo modo di procedere dovrebbe dare alle vittime – spesso donne e bambini – la garanzia di poter rimanere nella loro abitazione.

      • In caso di gravi situazioni d’emergenza, chiamate la polizia. Non mettete in pericolo la vostra vita intervenendo direttamente. Alla vittima offrite eventualmente il vostro aiuto personale (ascoltandola, dicendole che può rifugiarsi da voi in situazioni di emergenza).

        Raccogliete informazioni sulle offerte d’aiuto professionali per vittime e autori di violenza e trasmettetele alla persona in questione.

      • A questo proposito occorre fare una distinzione fra ciò che succede effettivamente e ciò di cui sono a conoscenza le autorità (polizia, consultori di aiuto alle vittime, ecc.).
        Di fatto, la polizia interviene svariate migliaia di volte all’anno a causa di conflitti e atti violenti in ambito familiare e fra partner. Dato che dal 2004 la violenza domestica è un reato perseguibile d’ufficio, dopo un intervento di polizia scatta sempre anche una denuncia.
        Le stime indicano che solo il 20% dei casi di violenza domestica è denunciato. Quindi l’effettivo numero dei casi rispetto a quello registrato sarebbe cinque volte maggiore.
        I casi particolarmente gravi sono però per lo più noti alla polizia.

        In Svizzera, si registrano annualmente fra i 20 e i 30 decessi causati da atti di violenza domestica. Questo significa che nella statistica di tutti gli omicidi commessi in Svizzera, la quota degli omicidi perpetrati in ambito domestico si aggira attorno al 40% – 50%. A ciò si aggiungono fra i 40 e i 50 tentati omicidi sempre dovuti alla violenza domestica.

        Le denunce di delitti nell’ambito della violenza domestica sono pubblicate annualmente dall’Ufficio federale di statistica.

      • I bambini che vivono situazioni di violenza fra i propri genitori sono sempre vittime di violenza psicologica. È inoltre risaputo che questi bambini sono molto più spesso maltrattati fisicamente rispetto alla media. I bambini che devono crescere in un ambiente familiare impregnato di violenza possono riportare danni derivanti da questa situazione. La violenza vissuta in casa costituisce inoltre un fattore di rischio per lo sviluppo psicologico di questi bambini, ossia quello di diventare in età adulta a loro volta vittime o carnefici.

        Dopo gli interventi di polizia in cui sono coinvolti bambini e giovani, la polizia informa l’autorità di protezione dei minori e degli adulti (AMPA). Quest’autorità ha la competenza di chiarire la situazione e adottare le eventuali misure del caso per proteggere i minori. Il ricorso alle offerte di aiuto alle vittime consente di offrire anche ai minori un sostegno ed una consulenza specifici. Il fatto di informare l’AMPA o di ricorrere a offerte specializzate implica solo in rarissimi casi il collocamento dei bambini presso terzi. Si tratta soprattutto di permettere a questi bambini di ricevere il miglior sostegno possibile.

      • Rispetto alla popolazione femminile svizzera, le donne con un passato migratorio sono spesso vittime di violenza domestica. Infatti, le migranti vivono sovente in condizioni tali che il rischio di diventare vittime di violenza domestica aumenta: si sposano quando sono ancora molto giovani, sono per lo più finanziariamente meno abbienti, vivono di frequente in condizioni abitative sfavorevoli, sono più spesso disoccupate e socialmente meno bene inserite. Inoltre, molte migranti sono già state vittime di violenza nel loro paese. Tutti questi fattori aumentano il rischio di subire (ulteriore) violenza, indipendentemente dalla nazionalità e dagli influssi culturali.

      • La separazione di un matrimonio contratto da poco può determinare la partenza dalla Svizzera di una persona dipendente dal suo partner per il diritto di soggiorno. La violenza domestica subita può tuttavia valere come motivo, anche dopo la separazione, per poter rimanere in Svizzera. Le offerte di sostegno a bassa soglia, che offrono consulenza legale e informazioni, sono perciò di centrale importanza proprio per i/le migranti. Il consultorio per le vittime nel vostro cantone sa quali offerte esistono in quest’ambito.

      • Matrimonio contratto in giovane età, problemi finanziari, situazione abitativa sfavorevole, disoccupazione, status sociale basso sono tutti fattori che aumentano il rischio di produrre non solo vittime, bensì anche persone violente. Inoltre, le vittime e gli autori di violenza con passato migratorio ricorrono più raramente alle offerte di sostegno e possono contare in minor misura su un contesto sociale che li sostenga.

    • Violenza giovanile
      • La violenza giovanile può assumere forme molto diverse fra loro: violenza psichica e verbale (p. es. mobbing), violenza fisica e sessuale (p. es. risse, molestie sessuali) che può persino tradursi in aggressioni o addirittura in omicidio passionale e assassinio. Gli atti di violenza possono essere perpetrati contro persone, animali o oggetti (p. es. vandalismo). Quando si parla in generale di violenza giovanile, nella maggior parte dei casi non si fa una distinzione fra atti di violenza compiuti da giovani adulti (dai 18 ai 25 anni) o da minorenni (fino ai 17 anni). Eppure, quando i reati sono commessi da minorenni, la giustizia interviene diversamente applicando il diritto penale minorile, il cui obiettivo è prima di tutto la risocializzazione e non la punizione.

      • In Svizzera, i giovani d’età compresa fra i 10 e i 18 anni sono assoggettati al diritto penale minorile composto dalla Legge federale sul diritto penale minorile (DPMin) e dalla procedura penale minorile (PPMin). Di conseguenza, i/le bambini/e sono penalmente maggiorenni già a partire dai 10 anni e, dal punto di vista penale, li si può quindi ritenere responsabili. Di regola, la maggiore età penale stabilisce l’età a partire dalla quale una persona può essere punita per un reato. Il comportamento inadeguato di bambini di età inferiore ai 10 anni è stabilito dall’autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA) quando i genitori non sono in grado di intraprendere le misure del caso.

      • Il diritto penale minorile svizzero ha prima di tutto come obiettivo di proteggere e rieducare i minori come pure di impedire che commettano altri reati nell’adolescenza o nell’età adulta. Affinché la risocializzazione sia coronata da successo è di centrale importanza applicare pene e misure tempestive e adeguate. Per questo motivo, nel corso di una procedura penale si procede sempre ad approfonditi chiarimenti sulle condizioni personali, familiari, scolastiche e professionali di un/a giovane così come sulle sue attività ricreative. Indipendentemente dal fatto che venga ordinata una misura educativa o terapeutica (p. es. una misura ambulatoriale o il collocamento in un istituto) o una pena (p. es. privazione della liberà, multa, ammonimento), questa deve essere commisurata all’autore o all’autrice, come pure avere un effetto educativo e preventivo per potere, se possibile, prevenire altri reati.

        Per quanto riguarda la punibilità dei reati, non sussistono differenze fra diritto penale minorile e diritto penale degli adulti. In altri termini, ciò che è vietato agli adulti è anche vietato ai minori.

      • In Svizzera, diversi corpi di polizia hanno creato dei servizi per la gioventù che si occupano del chiarimento dei reati compiuti specificatamente da giovani, come pure di intervento e prevenzione in relazione con i/le giovani. Qui trovate una panoramica di tutti i servizi per la gioventù creati dai vari corpi di polizia.

      • Le misure di politica sociale possono anche svolgere un’azione di prevenzione della violenza, se consentono per esempio di rafforzare le competenze sociali dei/delle giovani. Questo può avvenire lavorando direttamente con i/le giovani oppure indirettamente in determinati setting (p. es. gruppi di giovani, famiglia e scuola). Nel contempo, anche le misure volte a migliorare le condizioni quadro strutturali – contesto abitativo e quartiere, promozione dell’accesso al mondo del lavoro e dell’integrazione – forniscono un importante contributo alla prevenzione della violenza. In quest’ottica, una politica d’integrazione o di formazione mirata ed efficace svolge sempre un’azione di prevenzione della criminalità.

        L’individuazione precoce e l’intervento precoce svolgono un ruolo di centrale importanza nella prevenzione della violenza giovanile. Inizialmente, i concetti di individuazione precoce e intervento precoce erano stati sviluppati per prevenire le dipendenze. Nel frattempo, tali approcci sono ora applicati anche ad alti settori della prevenzione, e in particolare alla prevenzione della violenza. In quest’ambito è presente un principio importante: gli interventi dovrebbero mirare non solo a ridurre i rischi, bensì anche a rafforzare l’individuo e le sue risorse.

      • Durante l’intero sviluppo del bambino, la famiglia assume un ruolo centrale anche per la prevenzione della violenza. E questo per due motivi: da un lato, i fattori di rischio familiari sono corresponsabili dell’insorgere di problemi comportamentali nell’infanzia e nell’adolescenza; dall’altro, le cure dei genitori sono indispensabili per un buono sviluppo emotivo e sociale del bambino.

        • Una prevenzione basata sulla famiglia serve ad aiutare i genitori a sostenere il proprio figlio risp. la propria figlia nel suo sviluppo linguistico, sociale, fisico, cognitivo, emotivo, morale e musicale, e questo in tutte le fasi della sua vita. D’altra parte, tale prevenzione permette di evitare pratiche educative disfunzionali e che rafforzano l’aggressività e il conflitto. In Svizzera, le misure di prevenzione basate sulla famiglia sono attuate sia da attori privati che pubblici.
        • In caso di problemi, sono poi le autorità stesse a disporre delle misure, come per esempio corsi obbligatori per genitori, accompagnamento familiare (accompagnamento familiare sociopedagogico, lavoro familiare orientato alle competenze, ecc.), oppure anche il collocamento esterno in famiglie affidatarie. Di regola, queste misure sono pronunciate dall’autorità di protezione dei minori e degli adulti (APMA).
        • La prevenzione della violenza in famiglia non si rivolge però solo a genitori, nonni o ad altre persone che accudiscono i minori, bensì anche agli stessi bambini e giovani. In quest’ambito vanno per esempio citate le misure contro la violenza nelle relazioni amorose giovanili oppure la violenza esercitata dai/dalle giovani nei confronti di genitori, fratelli, sorelle e nonni.
      • I/Le bambini/e e i/le giovani passano molto tempo a scuola. La loro qualità di vita e i loro comportamenti sono quindi fortemente influenzati dai rapporti con i/le coetanei/e e gli/le insegnanti. La scuola svolge quindi un ruolo importante nello sviluppo sociale degli/delle allievi/e, ma è anche un luogo dove si manifestano varie forme di violenza. Per questo motivo, la scuola ha il dovere di occuparsi di prevenzione della violenza. Per prevenire la violenza nelle scuole, si dovrebbero osservare i punti illustrati qui di seguito.

        • La promozione di un ambiente favorevole a tutti gli attori della scuola è la base indispensabile per attuare con successo le misure di prevenzione. La gamma di interventi per raggiungere una coesistenza armoniosa è ampia: migliorare l’ambiente scolastico, stabilire regole e sanzioni chiare, elaborare una carta d’istituto, creare strutture partecipative ecc.
        • Anche l’azione precoce e mirata nei confronti di comportamenti problematici come il mobbing a scuola o l’assenteismo scolastico dovrebbe rientrare nelle misure di una strategia della prevenzione della violenza in ambito scolastico.
        • La formazione degli/delle insegnanti è un elemento imprescindibile per prevenire la violenza, per esempio aggiornando le loro conoscenze sulle nuove forme di violenza come il cyberbullismo e sensibilizzandoli ai processi d’intervento precoce.
        • La collaborazione con i genitori è fondamentale. Quali principali responsabili dell’educazione dei loro figli, i genitori devono essere coinvolti in qualsiasi processo di prevenzione o intervento.
        • Grazie ad un concetto d’intervento in caso di situazioni di crisi, quando si verificano eventi gravi si può reagire in modo efficace ed adeguato, coinvolgendo i partner giusti e avvalendosi delle risorse più indicate. A tale fine, la Conferenza svizzera dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE) ha elaborato una guida pratica (disponibile in francese e tedesco) come base per elaborare un tale concetto.
      • Se per i bambini piccoli è soprattutto la famiglia e per i giovanissimi è poi la scuola a fungere da ambienti principali di vita e di apprendimento, in età adolescenziale il raggio di azione si estende progressivamente al vicinato e allo spazio pubblico. In questo contesto, cambiano anche i fattori sia di protezione sia di rischio che determinano un comportamento violento da parte dei/delle giovani. Consumo di alcol e droghe, attività ricreative non strutturate, frequenti uscite serali, scarso controllo sociale, una cerchia di amici tendente a delinquere e quartieri problematici possono costituire fattori di influenza importanti per l’insorgere di comportamenti violenti.

        Per prevenire la violenza giovanile è fondamentale creare e mettere a disposizione spazi pubblici, offerte ricreative e consentire ai/alle giovani che vivono situazioni problematiche di entrare in contatto con gli specialisti del settore. Per prevenire efficacemente la violenza giovanile, bisogna mettere a punto strategie che combinano misure preventive e misure disciplinari e d’intervento appropriate. In Svizzera sono già state attuate numerose misure valide come per esempio la promozione dello sviluppo dei quartieri, l’organizzazione di attività ricreative facilmente accessibili, la prevenzione della violenza nelle associazioni e nell’ambito di manifestazioni sportive oppure la prevenzione dei conflitti e l’intervento nello spazio pubblico da parte di unità mobili di lavoro giovanile (streetwork) e di squadre di polizia specializzate in giovani.

    • Stalking
      • Capita che alcune persone si sentano e/o si definiscano vittime di stalking anche se non lo sono. Si parla allora di «False victimization syndrom» (sindrome da falsa vittimizzazione). I motivi all’origine di queste false accuse sono diversi. È difficile identificare queste persone. Anche se questa sindrome è rara (ca. il 10% dei casi) è importante essere consapevoli che sussiste questa possibilità.

      • Sono possibili tutti i tipi di costellazione stalker-vittima. La più frequente è lo stalking di un uomo nei confronti di una donna. Tuttavia, anche gli uomini sono vittime di stalking da parte di donne o accade pure che uomini e donne facciano stalking nei confronti di persone dello stesso sesso. Si presuppone che in oltre l’80% dei casi si tratti di stalker uomini e, sempre nell’80% dei casi, che le vittime del fenomeno siano donne.

      • Gli stalker sono prevalentemente uomini e sono presenti in tutti gli strati della societài. Agiscono prevalentemente da soli, anche quando coinvolgono nelle loro azioni di stalking la cerchia di persone con cui la vittima vive e lavora. Le vittime degli/delle stalker sono perlopiù persone che fanno parte della cerchia personale o professionale dello/a stalker. Lo stalking da parte di sconosciuti è piuttosto un’eccezione. Nella maggior parte dei casi, lo stalking è effettuato da ex partner intimi. Ma anche colleghi di lavoro, conoscenti, vicini di casa, fan e clienti possono diventare degli/delle stalker.

      • In Svizzera, il fenomeno dello stalking è stato poco studiato finora, pertanto è difficile stimare il numero delle vittime. Uno studio di Mannheim per il quale sono state interrogate 2’000 persone sulle loro esperienze con lo stalking, ha evidenziato che circa il 12% di tutti i partecipanti era stato vittima di stalking almeno una volta nella vita. Queste persone avevano riferito di essere state perseguitate per un lasso di tempo prolungato, molestate o minacciate, e a causa di ciò, di aver vissuto in una condizione di paura. Altre ricerche stimano in circa due anni il periodo di tempo medio in cui la vittima è bersaglio delle azioni dello stalker.

      • Anche se lo stalking non è un fenomeno di massa, il numero delle vittime è chiaramente aumentato negli ultimi decenni. Ciò è in parte riconducibile alla nostra società, che attribuisce molto valore all’individuo e alle sue esigenze. Inoltre, anche il crescente numero di divorzi e la frequenza con cui si cambia partner contribuiscono a questa evoluzione. Infine, l’aumento di casi di stalking può anche essere dovuto ai progressi tecnologici. L’accesso più facile ai mezzi di comunicazione, come cellulari e Internet, favorisce azioni efficaci di stalking e inoltre allenta i freni inibitori al comportamento vessatorio grazie al presunto anonimato e alla distanza che crea la comunicazione online.

      • Oltre ad una diminuzione generale della qualità di vita, le vittime soffrono spesso di perdita di fiducia in loro stesse, di attacchi di panico, disturbi del sonno, mal di testa e di stomaco, irritabilità, depressione, incubi, diffidenza, e persino di manie di persecuzione generali. Inoltre, le vittime si sentono spesso indifese e disperate, poiché non vedono alcuna via per uscire da quella situazione. A furia di essere spiate e insidiate costantemente, le vittime non si sentono al sicuro neppure in casa loro. I parenti spesso non vengono informati, poiché le vittime vogliono proteggerli dallo/a stalker. La conseguenza di tutto ciò è l’isolamento sociale. Il proprio rendimento è condizionato dai continui strapazzi e le attività praticate regolarmente durante il tempo libero vengono abbandonate, poiché le vittime temono che lo/la stalker possa appostarsi per spiarle.

      • Lo stalking è un fenomeno che deve essere preso sul serio. Anche se all’inizio del processo il comportamento di stalking può essere percepito più come una sgradevole violazione della sfera privata che come una minaccia pericolosa, le azioni dello stalker, che in un primo tempo sembrano benevole, possono mutare rapidamente. La violenza fisica e sessuale sono mezzi molto diffusi usati dagli/dalle stalker per raggiungere i loro obiettivi. Tuttavia, anche senza il ricorso alla violenza, le conseguenze per la vittima sono pesanti: attacchi di panico, disturbi del sonno, mal di testa e di stomaco, irritabilità, depressione e incubi sono solo alcuni esempi. Gli/Le stalker sono perciò particolarmente pericolosi/e, poiché spesso soffrono di una percezione distorta della realtà e quindi interpretano erroneamente il rifiuto della vittima, o addirittura non lo percepiscono affatto.

    • Armi
        • Ai sensi di legge sono considerate armi anche le imitazioni di armi, le scacciacani e le armi soft air che per il loro aspetto possono essere scambiate per armi da fuoco vere.
        • Tra le armi nel senso legale del termine rientrano altresì quelle ad aria compressa o a CO2 che sviluppano un’energia alla bocca di almeno 7,5 joule o che per il loro aspetto possono essere scambiate per armi da fuoco vere.
        • Determinati coltelli e altri oggetti pericolosi concepiti per ferire le persone nonché tutti i dispositivi che producono elettrochoc e i prodotti spray (esclusi gli spray al pepe) sono pure considerati armi a tutti gli effetti.
        • Le armi soft air possono essere date in prestito a minori come armi da sport, a condizione che gli interessati possano dimostrare di praticare regolarmente il tiro a segno, che non figurino nel casellario giudiziale e che nulla lasci presagire un impiego dell’arma pericoloso per l’utilizzatore o altre persone.
        • Un’arma soft air è considerata un’arma da sport se il modello in questione è ammesso alle competizioni nazionali o internazionali.
        • Il rappresentante legale del minore o la società di tiro sono tenuti a comunicare il prestito entro 30 giorni all’ufficio delle armi cantonale competente tramite l’apposito modulo.
      • Sì, a condizione di rispettare le disposizioni vigenti. In particolare devono essere sempre garantite l’identificazione del venditore e la gestione corretta dell’arma.

      • No, la vendita e l’acquisto di imitazioni di armi, scacciacani e armi soft air non sono soggetti ad alcuna autorizzazione particolare.

      • Il porto dell’arma è consentito solo nel quadro di una manifestazione di tiro che si svolge in uno spazio securizzato.

        L’arma in questione deve essere trasportata dal proprio domicilio alla sede della manifestazione seguendo l’itinerario più diretto possibile.

      • Le armi portate senza diritto, ad esempio da minori o in un luogo pubblico, possono essere poste sotto sequestro delle autorità competenti.

        Qualora sussista il rischio di un utilizzo illecito, in particolare se qualcuno è stato minacciato o ferito con l’arma in questione, questa può essere confiscata definitivamente.

        • Chi intende introdurre a titolo privato imitazioni di armi nel territorio svizzero necessita di un’autorizzazione. Per informazioni in merito alla corrispondente richiesta si rimanda al sito Internet di fedpol.
        • L’esportazione definitiva a titolo privato presuppone un’autorizzazione ai sensi della legge sul controllo dei beni a duplice impiego rilasciata dalla Segreteria di Stato dell’economia SECO.
        • Chi intende importare a titolo professionale imitazioni di armi nel territorio svizzero, oppure esportarle, necessita della patente di commercio di armi bianche e di una corrispondente autorizzazione.
        • Coloro che offrono, alienano, procurano, acquistano, possiedono, fabbricano, riparano professionalmente, modificano, portano o introducono armi nel territorio svizzero senza averne diritto sono puniti con una pena detentiva fino a tre anni o con una pena pecuniaria.
        • Chi ha agito per negligenza è punito con una multa. Nei casi di poca gravità si può prescindere da ogni pena.
        • È punito con una multa chi viola il dovere di diligenza nell’alienazione di armi, chi importa armi senza averne diritto, chi non segnala immediatamente alla polizia la perdita di un’arma o chi ricorre a forme di offerta vietate.
    • Traffico di esseri umani
      • Sì! In questo contesto, la Svizzera non costituisce un’eccezione in Europa! Le autorità di perseguimento penale hanno già portato alla luce casi di tratta di esseri umani in tutte le regioni del nostro Paese.

      • La tratta di esseri umani è praticata di nascosto e quindi risulta invisibile a molte persone. I trafficanti di esseri umani, come per esempio gestori di bordelli e protettori di persone forzate a prostituirsi, impiegano mezzi ingenti per dissimulare situazioni di sfruttamento e far credere che le vittime lavorano di loro spontanea volontà. Le minacciano e ricattano per far sì che non raccontino nulla della loro situazione ai lori clienti. Molte vittime di sfruttamento sessuale vivono inoltre in modo isolato e, a parte i clienti, non hanno contatti con nessuno nel “mondo esterno”. Lo stesso vale per il personale domestico sfruttato come manodopera. Queste persone non appaiono praticamente mai in pubblico, poiché in molti casi non possono neppure lasciare la casa in cui lavorano.

        Il fatto di non scoprire casi di tratta di esseri umani in una città o in un cantone non significa che non vi siano trafficanti di esseri umani che operano in quell’area. Per individuare casi di tratta di esseri umani e identificare le vittime, occorre conoscere bene questa forma di criminalità. Solo specialisti appositamente formati possiedono le conoscenze necessarie per riconoscere indizi di sfruttamento di persone quando si eseguono controlli sul posto di lavoro. Tuttavia succede ripetutamente che anche persone non specializzate si accorgano dell’esistenza di persone sfruttate.

      • Mettete al corrente la vostra cerchia di familiari, amici e conoscenti dell’esistenza della tratta di esseri umani e del traffico di migranti, e indicate loro dove possono informarsi su questi fenomeni. Sensibilizzateli nei confronti delle vittime e spiegate loro com’è opportuno agire in un caso sospetto.

      • Sì! In generale, le vittime sfruttate ottengono regolarmente un a piccola somma di denaro per il loro lavoro e per questo motivo sembrano accettare l’attività che svolgono e con essa la situazione in cui si trovano. Secondo il Tribunale federale, tuttavia, i presupposti per il reato di tratta di esseri umani sono dati, se le vittime sono vulnerabili, e se tale vulnerabilità è sfruttata dagli autori. Sussiste una tale situazione di vulnerabilità se la vittima si trovava in condizioni economiche o sociali difficili nel suo paese d’origine. Se l’autore approfitta quindi di un evidente stato di necessità in cui si trovava la vittima nel suo paese d’origine, versandole un infimo compenso per renderla remissiva, sussiste sfruttamento a prescindere dall’eventuale consenso della vittima.

      • L’ambiente della prostituzione è molto interessante per le persone che vogliono trarre profitto dalla tratta di esseri umani, poiché i guadagni perseguiti possono essere molto alti, mentre il rischio di essere condannati è invece molto basso.

      • Se vi è motivo di supporre che la vita di una vittima della tratta di esseri umani è gravemente minacciata, si deve informare al più presto la polizia, telefonando al 117. Per gli altri casi meno urgenti, esistono in Svizzera diverse organizzazioni di aiuto specializzate che si occupano delle vittime della tratta di esseri umani. Citiamo in questa sede per esempio il Servizio specializzato in materia di tratta e migrazione delle donne (FIZ) con sede a Zurigo oppure l’Association de soutien aux victimes de traite et d’exploitation Astree (Associazione di sostegno alle vittime della tratta e dello sfruttamento) con sede a Losanna. Le vittime ed i loro parenti possono anche rivolgersi ad un centro cantonale di consulenza alle vittime.

      • La tratta di esseri umani è un commercio lucrativo che consente di realizzare profitti elevati. Vi sono molti criminali interessati ad arricchirsi con la tratta di esseri umani. Oltre agli elevati profitti che si realizzano con questa attività, il rischio di essere condannati è inoltre minimo da un lato perché si dispone solo di risorse limitate per avviare un’azione penale e assistere le vittime e dall’altro perché le prove assunte prima di andare a processo spesso non reggono. Quando poi si giunge ad una condanna, in Svizzera le pene inflitte sono meno gravi delle sanzioni comminate all’estero. Inoltre, la polizia dipende dalla collaborazione delle vittime e dei testimoni per poter indagare sui trafficanti di esseri umani e accusarli dei loro atti. Alcune vittime sono però talmente traumatizzate da non essere in grado di sostenere un processo in tribunale, oppure temono che gli autori si vendicheranno su di loro o sui loro parenti.

      • Nel nostro mondo globalizzato, oggi è molto più facile scoprire come si vive in un altro paese o continente. Inoltre, siamo pure molto più mobili che in passato: vi sono collegamenti aerei con tutti i paesi del mondo e viaggiare costa molto meno. Di conseguenza, sempre più persone lasciano il loro paese d’origine e cercano la fortuna altrove. Vogliono sfuggire alla povertà, alla disoccupazione o alla mancanza di prospettive nel loro paese e sono attirate da paesi dove la domanda di manodopera a basso costo e non qualificata sembra essere grande.

        Dato che molte nazioni dell’Europa occidentale hanno inasprito la loro politica in materia di asilo e rifugiati e che non è più così facile emigrare legalmente in questi paesi, certe persone ricorrono ad agenzie di intermediazione o intermediari apparentemente seri e altri manifestamente dubbi per venire legalmente o illegalmente in Europa occidentale. Molte di queste persone riescono anche ad arrivare da noi, ma poi qui sono sfruttate.

      • Conformemente alla Legge federale concernente l’aiuto alle vittime di reati (LAV), ogni persona la cui integrità fisica, psichica o sessuale è stata direttamente lesa a causa di un reato in Svizzera ha diritto all’aiuto e alla consulenza, indipendentemente dalla sua nazionalità e dal suo statuto di soggiorno. Di regola, le vittime della tratta di esseri umani hanno subito atti di violenza psichica e fisica e pertanto hanno il diritto di beneficiare di aiuto e consulenza. Le prestazioni di assistenza comprendono un insieme di misure adattate alla situazione della vittima, fra cui anche l’alloggio, l’accompagnamento e l’assistenza durante il periodo di soggiorno, come pure l’assistenza medica e legale. Dato che fra le vittime della tratta di esseri umani vi sono spesso persone traumatizzate, sovente è necessaria un’assistenza da parte di servizi specializzati in quest’ambito.

        Visto poi che molte vittime soggiornano in Svizzera illegalmente, prima del rinvio coatto viene accordato loro un periodo di riflessione di almeno 30 giorni per permettere loro di riprendersi e decidere se sporgere o meno denuncia contro i trafficanti di esseri umani. Una volta scaduto il periodo di riflessione, è possibile rilasciare alla vittima un permesso di soggiorno per la durata dell’indagine e della procedura giudiziaria. Se sussistono poi motivi contro un rimpatrio nel paese d’origine, è possibile rilasciare alla vittima un permesso di soggiorno per un caso personale particolarmente grave. Inoltre, la Svizzera offre alle vittime un aiuto al rimpatrio.

      • Servizio specializzato in materia di tratta e migrazione delle donne (FIZ)Il rivolge ai clienti consapevoli delle loro responsabilità le seguenti raccomandazioni.

        1. Mettete a disposizione il vostro cellulare! Date alla donna la possibilità di telefonare ad un centro di consulenza.
        2. Telefonate al Servizio specializzato in materia di tratta e migrazione delle donne (FIZ), allo 044 436 90 00. Le consulenti di questo servizio cercheranno di contattare la donna in questione e di parlare con lei, possibilmente nella sua lingua madre, a condizione che lo voglia.
        3. Date alla donna il numero di telefono del FIZ (044 436 90 00) et l’indirizzo del sito web. I testi sul sito sono disponibili in diverse lingue, fra cui anche l’ungherese, il rumeno e il thai.
    • Minacce
      • Ai sensi dell’art. 180 CP, la minaccia è un reato perseguibile a querela di parte se incute timore o spavento alla persona contro cui è proferita. Nell’ottica penale è irrilevante che chi l’abbia pronunciata intenda o meno metterla in atto.

        Se le minacce sono articolate in un contesto violenza domestica, il colpevole è perseguito d’ufficio se: a) è il coniuge della vittima e la minaccia è stata commessa durante il matrimonio o nell’anno successivo al divorzio; o abis) è il partner registrato della vittima o l’ex partner registrato e la minaccia è stata commessa durante l’unione domestica registrata o nell’anno successivo al suo scioglimento; o b) è il partner eterosessuale o omosessuale della vittima, a condizione che essi vivevano in comunione domestica per un tempo indeterminato e la minaccia sia stata commessa durante questo tempo o nell’anno successivo alla separazione.

      • Ai fini del perseguimento penale, è indifferente che la minaccia sia proferita per mezzo di immagini, scritti, media digitali o gesti (ad es. colpi di arma da fuoco in aria). La valutazione giuridica tiene sempre conto anche del contesto generale.

      • Le persone minacciate non devono esitare a rivolgersi alla polizia se ritengono che le minacce ricevute siano serie, ne hanno paura e le conseguenze paventate sono pesanti. Le minacce più gravi in assoluto sono naturalmente quelle di morte.

      • Una forma particolarmente subdola è rappresentata dalle minacce anonime: non conoscendo gli estensori, le vittime sono difficilmente in grado di valutarne la serietà e ciò può essere fonte di ulteriori paure. La comunicazione tramite i media digitali è caratterizzata, tra l’altro, dal fatto che la distanza e il presunto anonimato abbassano la soglia di inibizione e favoriscono i comportamenti asociali. Anche le minacce proferite via Internet costituiscono reato e andrebbero comunque denunciate, in quanto le autorità di perseguimento penale possono, in determinati casi, identificare gli autori e redarguirli di conseguenza.

      • La polizia svolge le indagini e le autorità di perseguimento penale devono stabilire se le minacce in questione rappresentano un avvertimento che può precedere una messa in atto. Alcuni Cantoni hanno già attivato un dispositivo cantonale di gestione delle minacce. Si tratta di un sistema che consente di individuare, valutare e disinnescare situazioni di minaccia o di messa in pericolo. In presenza di minacce è dunque sempre necessario valutare se si tratta di segni percorritori di atti violenti o di minacce proferite a vuoto.

  • Tematica Abusi sessuali

    • Abusi sessuali su adulti
      • L’Ufficio federale di statistica pubblica annualmente la statistica criminale di polizia, che fornisce informazioni sui reati segnalati alla polizia. Si possono anche andare a vedere le condanne in base alle norme penali. Le statistiche forniscono tuttavia informazioni solo sui reati effettivamente segnalati alle autorità. Dato che i delitti sessuali sono associati alla vergogna, spesso non sono denunciati e rimangono in una cosiddetta zona grigia.

      • La violenza sessuale su donne e uomini contempla ogni forma di atto sessuale forzato e di comportamento con un riferimento sessuale che oltrepassa i limiti consentiti. La violenza sessuale è commessa in vari contesti e assume forme quali per esempio le molestie sessuali sul posto di lavoro, lo sfruttamento sessuale nell’ambito di una relazione di dipendenza (p. es. rapporto fra datore di lavoro e impiegato/a) oppure il rapporto sessuale forzato nell’ambito del matrimonio o di unioni domestiche. Spesso, la violenza sessuale è – oltre alla soddisfazione forzata dei propri bisogni sessuali – una forma di esercizio del potere, di umiliazione e di oltraggio.

      • In caso d’emergenza, contattate il prima possibile la polizia al 117 (numero d’emergenza).

        Per proteggere la vostra incolumità sessuale su suolo pubblico, si raccomanda sia a donne che uomini di seguire questi consigli:

        • Evitate i contatti con persone ubriache o sotto l’influsso di droghe. Vi esponete ad un pericolo anche quando siete voi ad aver bevuto troppo o ad essere sotto l’influsso di droghe, soprattutto quando rincasate da soli.
        • Nelle feste o nei party, non lasciate mai incustodita la vostra bevanda perché potrebbero drogarla (p. es. gocce K.O.).
        • Se siete comunque vittima di un’aggressione, urlate forte, mordete l’aggressore, cercate di divincolarvi, lottate, tirate calci e pugni. Opporre resistenza è il modo più efficace per resistere alla violenza sessuale.

        Anche fra adulti la violenza sessuale è più spesso commessa da persone conosciute. Per proteggere la vostra incolumità sessuale nell’ambito della sfera privata, informatevi leggendo anche la nostra pagina tematica sulla «Violenza domestica».

      • Nel caso di reati sessuali è importante che la vittima si sottoponga al più presto ad esami medici e eviti di far sparire o di eliminare possibili tracce, anche se questo può risultare psicologicamente molto pesante. Con la conservazione delle prove mediche acquisite non parte però automaticamente una segnalazione alla polizia. La vittima, infatti, può ancora decidere se sporgere denuncia o meno. Se però – anche in un secondo tempo – la vittima decide di sporgere denuncia, si sono già conservate precedenti prove materiali. Per condurre l’inchiesta, la conservazione delle prove per l’assunzione delle prove a posteriori è di centrale importanza. Le vittime di violenza sessuale possono rivolgersi ad un consultorio di aiuto alle vittime di reati, indipendentemente dal fatto che sporgano denuncia o meno. Questi centri offrono alla vittima consulenze legali, psicologiche e anche su come procedere per avviare un’indagine giudiziaria. Nell’ambito della procedura penale, le vittime di un reato sessuale hanno determinati diritti come ricevere informazioni e protezione. La polizia e i consultori di aiuto alle vittime forniscono informazioni dettagliate in merito.

      • In caso di abusi sessuali, la polizia indaga d’ufficio se viene a conoscenza dei fatti (eccezion fatta per le molestie sessuali che sono un reato perseguibile a querela di parte). Se la polizia è informata di un presunto reato sessuale, vengono messe in atto le procedure seguenti: la polizia raccoglie le prove sotto la direzione del pubblico ministero competente (per esempio interrogatorio di persone informate sui fatti e testimoni, test del DNA, ecc.). In seguito a ciò, una persona eventualmente indiziata del reato può essere messa in detenzione preventiva, soprattutto se sussiste un pericolo di fuga o un rischio di reiterazione del reato. Più la polizia trova materiale probatorio, più facile sarà la procedura penale per la vittima.

        Le dichiarazioni della vittima di un reato sessuale sono di centrale importanza per un’eventuale condanna del/della imputato/a, soprattutto se ci sono pochissime o addirittura non ci sono prove materiali. A partire dal 15° anno di età, una vittima è di regola ascoltata come testimone in quanto vittima da un poliziotto o da una poliziotta dello stesso sesso. Per l’audizione, le vittime possono farsi accompagnare da una persona di fiducia (p. es. un/a consulente specializzato/a in aiuto alle vittime di reati). Se la vittima, al momento dell’avvio di un’inchiesta penale, è minorenne, sarà ascoltata al massimo due volte. Una seconda audizione è fatta solo se ciò risulta essere indispensabile.

    • Pornografia illegale
    • Abusi sessuali sui bambini
      • L’Ufficio federale di statistica pubblica annualmente la statistica criminale di polizia, che fornisce informazioni sui reati segnalati alla polizia. Si possono anche andare a vedere le condanne in base alle norme penali. Le statistiche forniscono tuttavia informazioni solo sui reati effettivamente segnalati alle autorità. Dato che i delitti sessuali sono associati alla vergogna, spesso non sono denunciati e rimangono in una cosiddetta zona grigia.

      • La maggior parte dei casi di abuso di minori avviene nel contesto sociale prossimo alla vittima. Gli autori sono per lo più familiari, amici di famiglia, docenti così come allenatori, ossia persone già note ai bambini. Il caso dell’estraneo che rapisce un/a bambino/a a lui del tutto sconosciuto/a per sfruttarlo/a sessualmente è estremamente raro. Molte persone ritengono tuttavia erroneamente che questo ristrettissimo gruppo di autori estrani rappresenti i «tipici» pedocriminali.

        Un’altra valutazione inesatta caratterizza il dibattito sociale: spesso si afferma erroneamente che le persone che abusano di minori sono per lo più pedofile, ma questo non è vero. Sussistono numerosi altri motivi all’origine di un abuso come la curiosità perversa, le crisi personali, l’esercizio del potere con mezzi sessuali o il sadismo che inducono le persone (di regola uomini) ad abusare di bambini. I pedofili sono persone che si sentono sessualmente attratte solo da bambini. La pedofilia è quindi un orientamento sessuale rispettivamente una diagnosi psichiatrica. Non ha conseguenze penali fintanto che l’attrazione sessuale non è messa in pratica. Queste persone commettono un reato solo se compiono atti sessuali con un/a bambino/a.

      • La miglior prevenzione è un’informazione precoce e adattata di volta in volta all’età dei bambini.

        I bambini dovrebbero sapere che…

        • … ci sono persone che possono essere contemporaneamente «buone e cattive».
        • … ci sono persone che, mentre giocano, passano correntemente dall’attività ludica all’abuso.
        • … hanno il diritto di dire «NO»!
        • … non è mai colpa loro se subiscono un abuso sessuale, poiché la responsabilità è sempre della persona adulta.

        La paura è cattiva consigliera, mentre una buona autostima permette di proteggersi efficacemente dagli abusi sessuali! Adoperatevi affinché vostro/a figlio/a sviluppi la propria autostima, sia cosciente della propria personalità e sappia porre i propri limiti.

        Dite a vostro/a figlio/a che non è da vigliacchi aver paura, correr via o cercare aiuto. Il/La bambino/a deve fidarsi di quello che sente quando ha un brutto presentimento. Se per un motivo qualsiasi il/la bambino/a si sente a disagio in una determinata situazione, deve andare via e cercare luoghi o persone di cui si fida.

        Fate capire a vostro/a figlio/a che può raccontarvi tutte le sue esperienze. Anche quelle che gli/le sembrano strane o inquietanti oppure quelle che gli/le sono capitate perché non ha dato retta alle vostre parole (p.es. la scelta di un altro percorso casa-scuola). Prendetevi il tempo di parlare con vostro/a figlio/a delle sue esperienze e delle sue preoccupazioni.

        La puntualità è una virtù: spiegate a vostro/a figlio/a perché è importante che percorra sempre il tragitto casa-scuola concordato e che arrivi possibilmente sempre puntuale a casa, a scuola, alla scuola dell’infanzia.

        Mostrate interesse e chiedete a vostro/a figlio/a se gli/le sembra di aver visto o notato cose strane. Preoccupatevi di sapere chi sono gli amici e i conoscenti di vostro/a figlio/a e quali attività svolgono insieme. Chiedete spiegazioni a vostro/a figlio/a se improvvisamente vi accorgete che ha nuovi oggetti o parla di nuovi amici simpatici molto più grandi di lui/lei.

        • Se, malgrado tutte le precauzioni del caso, è successo o potrebbe essere successo qualcosa a vostro/a figlio/a, è importante reagire mantenendo la calma. Se un/a bambino/a riferisce di osservazioni, esperienze (sgradevoli), abusi, minacce, ecc. credetegli/le e ascoltatelo/la attentamente.
        • Complimentatelo/la perché parlandovi ha dimostrato di fidarsi di voi. Non sgridatelo/a se ha fatto qualcosa di sbagliato, altrimenti non si rivolgerà mai più a voi.
        • Segnalate alla polizia queste osservazioni concrete o esperienze fatte da vostro/a figlio/a. La polizia sa come procedere quando viene a conoscenza di tali indicazioni.
        • Se vostro/a figlio/a non dovesse rientrare a casa all’ora prevista, informatevi subito contattando il suo insegnante risp. i suoi amici o le sue amiche. Se vostro/a figlio/a continua ad essere irreperibile, contattate immediatamente la polizia, telefonando al 117. La polizia prende sul serio ogni segnalazione a cui poi dà seguito tempestivamente.
  • Tematica Internet

    • Cybermobbing + cyberbullismo
      • Si parla di cybermobbing o cyberbullismo, se più autori e/o autrici, importunano, minacciano, assillano o prendono in giro intenzionalmente una persona in Internet o tramite smartphone per un tempo prolungato.

        • La diffusione di informazioni o voci false.
        • La diffusione di foto e video imbarazzanti, falsificati, spinti o pornografici.
        • La creazione di falsi profili (dai contenuti offensivi).
        • Gli insulti, le molestie, le minacce e i ricatti via e-mail e SMS, ecc.
        • La costituzione di «gruppi dell’odio», in cui si possono fare commenti negativi su singole persone, proprio come in un «libro degli ospiti».
      • Il cybermobbing o il cyberbullismo sono sempre collegati ad una carenza a livello di competenze sociali e mediali. Le autrici o gli autori non provano empatia per la loro vittima oppure sono indifferenti nei suoi confronti. I/le “mobber” risp. i bulli o le bulle scalano i ranghi in seno al gruppo, prendendo in giro o offendendo altre persone.
        Talvolta, le carenze della vittima a livello competenze mediali sono sfruttate dagli autori o dalle autrici di atti di cybermobbing o cyberbullismo. Prima che si verifichino questi attacchi, certe vittime sono state imprudenti con le loro password, e prima di postare foto, video e altri contenuti, non hanno riflettuto o non si sono informate a sufficienza su chi potrebbe visualizzare e diffondere questi post o addirittura farne un uso improprio.

      • Il cybermobbing in generale, e nello specifico il cyberbullismo, coinvolge soprattutto i bambini e i giovani, e spesso ha la sua origine a scuola rispettivamente nel mondo reale. Anche se le autrici o gli autori sfruttano talvolta l’anonimato di Internet per dissimulare la loro identità, di regola fanno parte della cerchia dei conoscenti della vittima

      • Aiutando vostro/a figlio/a ad acquisire le competenze mediali adattate alla sua età e parlando con lui/lei di cybermobbing o cyberbullismo e delle sue conseguenze. Vedere al riguardo gli opuscoli «My little Safebook» e «C’era una volta… Internet».

      • Raccogliete le prove degli attacchi di cybermobbing o cyberbullismo. Stampate le schermate (print screen) di pagine web, salvate i dialoghi in chat, gli SMS, i nomi utenti e informazioni analoghe.

        Discutete del caso di cybermobbing o cyberbullismo anche con l’insegnante di classe e/o con il servizio scolastico responsabile. Insistete affinché anche l’insegnante di classe si adoperi per chiarire e risolvere il caso di cybermobbing o cyberbullismo, soprattutto se gli/le allievi/e frequentano la stessa classe o lo stesso istituto scolastico.

        Se l’attacco di cybermobbing o cyberbullismo non cessa immediatamente dopo aver preso contatto con gli/le allievi/e e gli adulti di riferimento, ricorrete ad un aiuto esterno. Rivolgetevi per esempio ad un servizio di aiuto alle vittime di reati o a un consultorio per giovani nel vostro cantone di domicilio. E riflettete con questi esperti, se è il caso o meno di sporgere denuncia e/o presentare querela penale presso il posto di polizia della località in cui abitate.

        • Parlate con vostro/a figlio/a delle conseguenze degli attacchi di cybermobbing o cyberbullismo per la vittima e spiegategli/le quali sono le conseguenze penali per gli autori o le autrici di questi atti.
        • Esigete da lui/lei che smetta immediatamente di partecipare ad attacchi di cybermobbing o cyberbullismo.
        • Riflettete insieme sul modo migliore per vostro/a figlio/a di scusarsi con la vittima e come può fare per rimediare al torto che ha fatto.
        • Se presupponete che altri/e ragazzi/e hanno partecipato agli attacchi di cybermobbing o cyberbullismo, oppure se sospettate che vostro/a figlio/a non abbia smesso, informate l’insegnante di classe e parlate con lui/lei degli ulteriori passi da intraprendere.
      • Se, in un caso concreto, gli attacchi di cybermobbing o cyberbullismo sono accompagnati da atti quali l’estorsione ai sensi dell’art. 156 CP o la coazione ai sensi dell’art. 181 CP, le corrispondenti azioni sono perseguite d’ufficio da parte della polizia, non appena quest’ultima ne viene a conoscenza. Questo succede indipendentemente dal fatto che la vittima voglia o meno avviare un procedimento penale nei confronti degli autori o delle autrici.

        Altri reati «più lievi» compiuti in relazione con atti di cybermobbing o cyberbullismo (per esempio l’ingiuria ai sensi dell’art. 177 CP) sono perseguiti solo se la vittima (o il suo rappresentante legale) presenta una querela penale in polizia.

    • Phishing
      • Il termine «phishing» deriva dall’unione delle parole inglesi «password», «harvesting» (raccogliere le messi) e «fishing» (pescare). Come lo indica il nome stesso, il phishing è una tecnica messa in atto da truffatori per accedere ai dati confidenziali di ignari internauti come password agli account di e-mail, della Posta, eBanking o siti di vendita e aste online. Gli attacchi di phishing possono essere sferrati da bande organizzate o anche da singole persone via e-mail, su siti web, tramite un servizio di telefonia che sfrutta le connessioni Internet (VoIP) oppure via SMS.

      • In molti casi, i truffatori sfruttano la buona fede e la disponibilità degli/delle utenti inviando loro e-mail con indirizzi di mittenti falsificati. La falsa e-mail indicherà per esempio al/alla destinatario/a che le informazioni sul suo conto e i dati d’accesso (p. es. nome utente e password) non sono più sicuri o attuali, che devono essere cambiati e che per procedere occorre cliccare sul link indicato nell’e-mail. Il link reindirizza però l’utente non verso il sito originale del fornitore di servizi indicato, bensì verso un sito falsificato che si presenta del tutto simile all’originale.

        I truffatori utilizzano poi i dati ottenuti con l’inganno o rubati per compiere vari delitti patrimoniali: a nome della persona derubata effettuano versamenti bancari, acquisti online o piazzano addirittura false offerte su siti di vendita e aste online. I dati d’accesso all’account dell’e-mail ottenuti con l’inganno consentono ai truffatori di avere il totale accesso ad altri account e-mail. In questo modo, i truffatori possono inviare ulteriori false e-mail ai contatti della vittima di phishing, modificare la password o bloccare l’account.

      • I fornitori di servizi seri come banche, la Posta, siti di vendita e aste online, autorità e istituzioni analoghe non invitano mai via e-mail o telefono a fornire password o dati di carte di credito. Siate perciò estremamente diffidenti se ricevete e-mail che vi esortano a fornire i vostri dati personali affermando che se non procedete in tal senso, ne subirete le conseguenze come perdite di denaro, denuncia penale o blocco delle carte.

        • I fornitori di servizi seri come banche, la Posta, siti di vendita e aste online, autorità e istituzioni analoghe non invitano mai via e-mail o telefono a fornire password o dati di carte di credito. Siate perciò estremamente diffidenti se ricevete e-mail che vi esortano a fornire i vostri dati personali affermando che se non procedete in tal senso, ne subirete le conseguenze come perdite di denaro, denuncia penale o blocco delle carte.
        • Installate un programma anti-phishing e aggiornatelo regolarmente.
        • Segnalate l’attacco di phishing a MELANI con l’apposito formulario d’annuncio.
        • Se avete rivelato dati confidenziali, contattate subito il vostro fornitore di servizi (istituto finanziario, provider o servizio di posta elettronica) e spiegategli la vostra situazione per poter così ricuperare il controllo dei vostri dati. Segnalate inoltre l’attacco di phishing a MELANI con l’apposito formulario d’annuncio.
        • Modificate immediatamente le password che avete comunicato e create nuove password più sicure.
    • Sextortion (estorsione sessuale)
      • Per sextortion si intende un metodo di estorsione per mezzo di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti di natura sessuale (ad es. masturbazione) e/o nuda.

      • Il termine sextortion deriva dalle parole inglesi «sex» e «extortion».

      • Il termine sexting deriva dalle parole «sex» e «texting» (parola inglese per «redigere SMS») e designa l’invio di autoscatti (selfies) a carattere sessuale o immagini di nudo in un contesto privato. Nel caso della sextortion, invece, una persona è vittima di ricatto da parte di gruppi criminali per mezzo di immagini o filmati che la mostrano mentre compie atti di natura sessuale.

      • I ricattatori operano soprattutto su piattaforme di dating online e su Facebook; nessuna piattaforma sociale può però essere esclusa a priori.

      • Il versamento del riscatto non garantisce che le immagini o i filmati non siano pubblicati comunque. Inoltre, spesso, l’estorsione continua anche dopo il primo pagamento con la pretesa di una somma superiore.

      • Contatti il più rapidamente possibile la piattaforma in questione e esiga l’immediata rimozione dei contenuti a carattere sessuale. Imposti, inoltre, una notifica Google Alert sul Suo nome. In tal modo, riceverà un messaggio ogniqualvolta vengono caricati in Internet nuovi video o foto a Lei associati.

      • La sextortion comporta sempre un tentativo di estorsione nei confronti della persona filmata. Dato che l’estorsione ai sensi dell’articolo 156 CP è un reato perseguibile d’ufficio, la polizia è tenuta a avviare le indagini non appena viene a conoscenza di un caso.

      • Non soddisfi le richieste dei ricattatori: non versi alcun riscatto!
        Interrompa immediatamente il contatto con la donna e i ricattatori, li cancelli dalla lista degli amici e non risponda a e-mail, SMS e simili provenienti da loro.
        Se i ricattatori hanno pubblicato immagini o filmati, contatti il più rapidamente possibile la piattaforma interessata (Youtube, Facebook ecc.) ed esiga che rimuova immediatamente i contenuti a carattere sessuale.
        Imposti una notifica Google Alert sul Suo nome. In tal modo, riceverà un messaggio ogniqualvolta vengono caricati in Internet nuovi video o foto a Lei associati.
        Raccolga tutti i mezzi di prova: le immagini e i filmati oggetto dell’estorsione, i dati di contatto dei ricattatori e della donna, tutti i messaggi ricevuti da costoro (sequenze di conversazione via chat, e-mail ecc.), le indicazioni per il versamento del riscatto ecc. e sporga denuncia per estorsione al posto di polizia del Suo luogo di domicilio. Superi vergogna e imbarazzo e ricordi: la giustizia persegue i reati e non le debolezze umane!

      • La grande maggioranza delle vittime sono uomini, sia giovani sia adulti.

      • Non accetti richieste di amicizia o inviti sulle reti sociali se non è in grado di identificare con certezza le persone che li hanno formulati o se non le ha già incontrate nella vita reale.
        Non dimentichi mai che durante una videochat si può essere ripresi ed eviti quindi di commettere gesti che, in seguito, potrebbero metterla in imbarazzo.

    • Hacking + malware
      • Un trojan bancario è un tipo di malware che infetta i computer allo scopo di prendere il controllo di sessioni di e-banking e effettuare trasferimenti occulti di denaro verso conti altrui in Svizzera o all’estero.

      • Uno spyware è un tipo di malware che raccoglie informazioni riguardanti l’attività online di un utente (siti visitati, acquisti ecc.) e le trasmette, via Internet, a un’organizzazione che le utilizza per trarne profitto.

      • Un rogueware (rogue = «canaglia») o scareware (to scare = «terrorizzare») è un tipo di malware tramite il quale i malintenzionati cercano di spaventare l’utente segnalando che il suo computer è presumibilmente infetto e mettono a disposizione un falso programma antivirus per risolvere il problema. In realtà, è proprio il falso programma a veicolare software dannosi.

      • Il ransomware (ransom = «riscatto») è un tipo di malware che, a scopo di estorsione, cifra sia i dati contenuti sui computer delle vittime sia quelli salvati sui dispositivi di rete ad essi collegati, rendendoli inutilizzabili. Se ciò si verifica, gli interessati non possono più utilizzare il proprio computer e viene loro negato l’accesso ai dati. Il ransomware mostra poi una schermata di blocco che intima di versare all’aggressore una certa somma di denaro in una valuta internet (ad es. in bitcoin) in cambio di una chiave per decifrare i dati e rendere nuovamente utilizzabile il computer. Chi soddisfa le richieste di riscatto degli hacker non ha tuttavia alcuna garanzia di recuperare l’accesso ai dati cifrati.

      • Un computer può essere infettato da malware anche nel corso della visita di un sito internet. Si tratta della cosiddetta «infezione drive-by», che può essere propagata da una qualsiasi pagina web manomessa a tale scopo, a prescindere dalla serietà del suo amministratore e dal numero di visite che riceve.

      • Per Distributed Denial of Service o DDoS (in italiano, letteralmente, «negazione del servizio») si intende un attacco a sistemi informatici nell’intento di limitarne la disponibilità. Può avvenire a livello di rete, di applicazione o di una combinazione di entrambe. Per gli attacchi di questo tipo, gli hacker ricorrono in genere alle cosiddette «reti bot» (un numero consistente di sistemi infetti che possono essere comandati a distanza dagli aggressori) oppure a sistemi di terzi mal configurati (ad es. Open DNS Resolver) indotti, tramite richieste manipolate, a inviare risposte voluminose all’indirizzo «sbagliato», ossia quello del bersaglio (attacchi con amplificazione). Si tratta di volumi talmente grandi da risultare ingestibili per una singola organizzazione senza un aiuto esterno. Le motivazioni alla base degli attacchi DDoS sono per lo più riconducibili all’attivismo politico, a tentativi di estorsione o all’intenzione di danneggiare un concorrente.

        • Diffidi delle e-mail il cui mittente Le risulta sconosciuto.
        • Non apra gli allegati e non clicchi sui link contenuti in e-mail sospette.
        • Apra unicamente i file o i programmi provenienti da fonti affidabili e solo dopo averli verificati con un programma antivirus aggiornato.
        • Non risponda agli spam, altrimenti chi li diffonde saprà che l’indirizzo è valido e invierà altri messaggi indesiderati.
        • La password deve essere lunga almeno otto caratteri e contenere lettere, cifre e caratteri speciali.
        • Scelga una password facile da memorizzare e non la scriva da alcuna parte. Le buone password consistono in frasi complete che contengono caratteri speciali (ad es. «Questa p@ssw0rd non la d1mentico!!»).
        • Utilizzi password diverse per scopi diversi (ad es. per differenti conti di utente). Se fruisce di servizi online, Le raccomandiamo vivamente di utilizzare per ognuno di essi una password diversa.
        • Cambi la password ogniqualvolta ha il sospetto che sia nota a terzi.
        • Non scarichi programmi (giochi ecc.) da fonti Internet sconosciute. Clicchi su «Interrompi» o «No», se appare una finestra di download indesiderata.
        • Scarichi gli aggiornamenti di software e i driver esclusivamente dai siti internet dei relativi produttori e li verifichi successivamente con un programma antivirus aggiornato.
      • L’installazione di un personal firewall e di un software antivirus nonché l’aggiornamento regolare dei programmi possono contribuire in modo considerevole all’aumento della sicurezza di qualsiasi computer. Non è tuttavia prudente conservare i dati su un’unica macchina. Le raccomandiamo dunque di salvarli con regolarità anche su un supporto dati esterno. Solo così, infatti, in caso di perdita potrà recuperarli del tutto o in parte.

    • Truffa dell’amore
      • Money Mules
        • Truffa sugli investimenti online
        • Tematica Truffa

          • Imbroglio
            • «Imbroglio» è un termine colloquiale utilizzato spesso per designare transazioni effettuate a prezzi eccessivi. Nella maggior parte dei casi, «imbrogliare» significa indurre una persona male informata a sborsare, in circostanze fuorvianti, una somma di denaro sproporzionata per una determinata consulenza, un credito, un abbonamento o un bene.

            • L’imbroglio non è una truffa e quindi non ha rilevanza penale. Affinché un comportamento configuri una truffa nel senso legale del termine, il mistificatore deve ingannare con astuzia una persona affermando cose false o dissimulando la verità. Il truffato, pur agendo secondo scienza e coscienza, non può dunque rendersi conto che l’affare non è ciò che sembra a prima vista. Nel caso dell’imbroglio, invece, l’interessato avrebbe potuto informarsi seppure con una certa difficoltà.

              I confini tra truffa e imbroglio non sono però sempre così netti e la decisione di attribuire un comportamento all’una o all’altra fattispecie spetta in definitiva al tribunale.

            • Le potenzialità di Internet possono essere sfruttate anche per arricchirsi in modo poco ortodosso, creando ad esempio negozi online per smerciare prodotti a prezzi eccessivi o con oneri occulti. In tale contesto, esistono diverse forme di raggiro.

              Oltre agli ordini indesiderati e alle trappole degli abbonamenti un’ulteriore forma di imbroglio è rappresentata dagli oneri aggiuntivi. Tale pratica è messa in atto soprattutto da siti di vendite online che operano sul web con un dominio «.ch», ma che importano dall’estero la merce ordinata. Gli oneri supplementari in termini di imposta sul valore aggiunto e dazi doganali non sono indicati nel calcolo iniziale del prezzo e sono comunicati all’acquirente solo in un secondo tempo.

              Prima dell’ordine definitivo di uno o più prodotti deve quindi sempre essere visualizzato un riepilogo che consenta al cliente di apportare eventuali correzioni. In talune circostanze, i visitatori di negozi online possono cadere anche nelle cosiddette trappole degli abbonamenti, nel caso in cui, senza esserne consapevoli né avere l’intenzione di farlo, sottoscrivano un contratto per servizi ricorrenti.

            • Aziende poco serie o addirittura truffaldine, attive in ambito finanziario, cercano di acquisire nuovi clienti offrendo loro crediti a tassi d’interesse a prima vista estremamente bassi, senza alcuna verifica di solvibilità e malgrado procedure d’esecuzione in corso. Le offerte sembrano allettanti, ma l’apparenza inganna. In Svizzera, tutti gli istituti finanziari sono tenuti per legge a verificare la solvibilità della persona interessata prima di concederle un credito. Di norma, l’emissione di un precetto esecutivo fa sì che il destinatario sia classificato come non solvibile e che quindi non possa beneficiare di un credito. Qualora un istituto finanziario contravvenga a queste direttive può essere citato in giudizio.

            • Per roaming si intende l’utilizzo di reti estere con smartphone, tablet o computer portatili. La navigazione in Internet all’estero tramite dispositivi mobili può far salire in modo vertiginoso i costi di roaming. La domanda di questo tipo di servizi da parte di chi si trova all’estero è in costante crescita, dato che molti utenti non voglio rinunciare ai vantaggi della connessione permanente a Internet durante i viaggi di lavoro o le vacanze. Per non rendere inutilmente troppo salata la propria fattura di telefonia mobile a causa dei costi di roaming, è importante informarsi preventivamente in merito.

              • Se non necessita in permanenza la connessione a Internet nel corso del viaggio, disattivi la funzione di roaming direttamente dallo smartphone non appena esce dalle frontiere svizzere o la faccia disattivare dall’operatore. In tal modo eviterà download indesiderati mentre si trova all’estero.
              • Fuori dalla Svizzera utilizzi, nei limiti del possibile, reti gratuite. Hotel, bar, ma anche istituzioni pubbliche mettono spesso gratuitamente a disposizione degli utenti le proprie WLAN. Tenga però conto che non tutte le reti locali garantiscono lo stesso livello di sicurezza.
              • I costi di roaming variano da un Paese all’altro: prima del viaggio si informi in modo specifico sulla sua destinazione.
            • Le vittime di imbroglio hanno la possibilità di presentare denuncia penale per concorrenza sleale alla polizia o al pubblico ministero oppure di intentare un’azione civile. Si tratta tuttavia di una strada lunga e costosa, che potrebbe non valere la pena a fronte dell’importo reclamato dal mistificatore. Presentarsi a un posto di polizia è comunque utile, dato che le autorità sono interessate a conoscere le diverse forme di imbroglio messe in atto anche per sensibilizzare in merito la popolazione.

            • Accade sempre più spesso che persone residenti in Svizzera ricevano da studi legali con sede all’estero diffide per presunte violazioni dei diritti d’autore. Nella maggior parte dei casi, le lettere richiedono l’effettuazione di un pagamento. Ai destinatari viene, ad esempio, contestato il fatto di aver scaricato illegalmente musica o film da Internet o aver postato sui propri blog foto di cui altri detengono i diritti. A tal proposito, va precisato che in Svizzera scaricare musica o film per utilizzo personale non costituisce di per sé una violazione della legge. In genere, i professionisti che ricorrono a simili metodi puntano a guadagnare più denaro possibile, poco importa se a giusto titolo o meno. Nel timore di dover pagare in seguito importi ancora più elevati, molte persone versano l’ammontare richiesto anziché adire le vie legali.

            • Gli abbonamenti trappola sono uno degli strumenti più diffusi anche nell’industria pornografica per fare denaro facilmente. Una persona che naviga con il proprio smartphone su siti pornografici può, con un clic sul banner pubblicitario sbagliato (che ad esempio rimanda a un video), abbonarsi inconsapevolmente a un servizio erotico costoso. In seguito, il fornitore, che a quel punto è a conoscenza dell’identificativo del cellulare dell’incauta persona, dopo averle spedito alcuni messaggi redatti ad arte, fa addebitare i servizi via WAP-Billing direttamente sulla sua fattura telefonica.

            • Nella ricerca di un servizio di pianificazione di itinerari online si rischia di cadere su siti Internet di dubbia serietà come routenplaner-maps.online o simili. Molte di questi pagine si assomigliano graficamente e sfruttano tale apparenza per far cadere in trappola i malcapitati. Per poter elaborare un itinerario tramite una di queste applicazioni, è necessario innanzitutto fornire un indirizzo e-mail e accettare le condizioni d’utilizzo, che però non sono consultabili sul sito. Solo dopo aver soddisfatto tali richieste, è possibile utilizzare il servizio di pianificazione online. A seguito della registrazione, la persona riceve dal fornitore un’e-mail che la esorta a effettuare un pagamento, di norma di alcune centinaia di euro, per un presunto abbonamento della durata di più mesi.

            • Non di rado capita di ricevere lettere sulle quali quale campeggiano scritte tipo «Complimenti per la vincita!» oppure «Congratulazioni, ha indovinato la risposta al nostro quiz di agosto!». Sulle promesse di vincita non ci sarebbe nulla da ridire, a condizione che vengano mantenute senza chiedere nulla in cambio e il presunto vincitore abbia effettivamente preso parte a un concorso a premi. Se però nella stessa lettera si invita il «fortunato» a ritirare il premio di persona, a versare una somma di denaro in contropartita o a telefonare a un numero a pagamento, allora la prudenza è d’obbligo.

            • Il cosiddetto imbroglio degli annuari è una forma di raggiro ai danni di PMI o lavoratori indipendenti che si verifica con sempre maggiore frequenza. Le vittime ricevono, nella maggior parte dei casi per fax ma talvolta anche per telefono o e-mail, un invito a figurare in un annuario (di settore). Spesso sono già inseriti in un formulario i dati della persona o dell’azienda destinataria, che viene invitata a verificarli e a restituire il documento sottoscritto. Dichiarandosi d’accordo di figurare in un annuario «ufficiale» (in realtà privo di valore), questa stipula però un contratto solo apparentemente gratuito. In un angolo recondito del documento è infatti precisato, seppure in modo poco visibile, che l’inserimento nell’annuario avviene a titolo oneroso.

          • Truffa
            • Dal punto di vista legale, si parla di truffa quando qualcuno, per procacciare a sé o ad altri un indebito profitto, inganna con astuzia una persona affermando cose false o dissimulando cose vere, oppure ne conferma subdolamente l’errore inducendola in tal modo ad atti pregiudizievoli al patrimonio proprio o altrui.

            • Di regola, il truffatore o la truffatrice si spaccia per un parente (p. es. un nipote, un cugino, ecc.) in difficoltà finanziarie che ha urgentemente bisogno di essere aiutato dalla sua famiglia.
              Generalmente il trucco del falso nipote è messo in atto in base allo schema seguente.

              1. La vittima riceve una telefonata da un presunto parente. In quest’ambito, i truffatori sono molto abili nel carpire alla vittima stessa sia il nome che la situazione personale del presunto parente per poi inserire queste informazioni nella conversazione. Possono per esempio iniziare la telefonata dicendo: «Ciao Anna, indovina un po’ chi ti sta chiamando?». Sentendo questa frase, la vittima cerca di indovinare chi è il suo interlocutore e non appena il nome del parente e i suoi vincoli familiari sono stati chiariti grazie alla divulgazione di informazioni personali utili, come per esempio «Ah, sei Paolo, il nipote di mia sorella!», i truffatori possono iniziare a raccontare le loro storie inventate.
              2. Il presunto parente espone una storia complicata e spiega il motivo per cui in quel momento ha urgentemente bisogno di denaro. Lo scopo della storia è di impietosire la vittima nei confronti del presunto parente e di metterle premura.
              3. Il truffatore chiede poi un prestito alla vittima. Il modo di agire di truffatori e truffatrici è particolarmente raffinato poiché dapprima tentano di scoprire quanto denaro la vittima potrebbe mettere a disposizione.
              4. In seguito, il truffatore racconta una seconda storia complicata, spiegando alla vittima perché non può venire a ritirare personalmente il denaro e che al suo posto verrà da lei una presunta amica, un suo collaboratore o una persona di questo genere, oppure le dice addirittura che questa persona l’accompagnerà in banca.
              5. Alla fine il truffatore riesce ad esercitare una forma di pressione sulla vittima tale da sollecitarla a consegnare subito il denaro. Dal momento in cui la vittima è ormai pervasa da un senso di paura o per lo meno di preoccupazione per il benessere del presunto nipote, il truffatore esercita ulteriore pressione sulla vittima, dando all’intera situazione una dimensione di urgenza. Questo serve ad impedire alla vittima di parlare della situazione con qualcuno, di farsi consigliare oppure di riflettere a quanto sta succedendo.
              • Siate sempre diffidenti quando non riconoscete subito un presunto parente al telefono. Fategli delle domande alle quali solo i veri familiari sono in grado di rispondere correttamente.
              • Non citate mai il nome dei vostri parenti al telefono. Specificate che in casi d’emergenza dovete dapprima consultarvi con qualcun altro e interrompete subito la conversazione telefonica. Poi contattate un parente che conoscete bene e di cui vi fidate e con lui/lei verificate le informazioni.
              • Non consegnate mai denaro o oggetti di valore a sconosciuti! Se desiderare regalare qualcosa ad un parente, allora fatelo sempre di persona.
              • Non date a nessuno informazioni sui vostri averi, né su quelli che tenete in casa né su quelli che avete in banca.
              • Se una chiamata vi sembra sospetta, informate subito la polizia, telefonando al 117 (numero d’emergenza).
              • Si consiglia al personale di case per anziani e ai parenti di persone in età molto avanzata di non pubblicare mai i numeri di telefono di queste persone e di non consegnare mai queste informazioni a sconosciuti.
              • Informate i vostri parenti e conoscenti dell’esistenza di questo trucco, per esempio ordinando in polizia la cartolina «Fidarsi è bene, controllare è meglio!».
            • Analogamente alla truffa dell’anticipo, si promette un lauto guadagno ad una persona che partecipa ad un circolo di donazione. I circoli di donazione funzionano secondo il cosiddetto sistema di vendite piramidali, simile ad una catena di Sant’Antonio. Questo significa che le nuove persone che entrano a far parte del circolo fanno una donazione ai membri già appartenenti da tempo al circolo. I nuovi membri entrano nel circolo con la speranza di ricevere anch’essi delle donazioni in un secondo tempo. Si viene accettati in un circolo di donazione non appena si effettua un determinato versamento in denaro. Gli importi versati vanno da diverse centinaia fino a diverse migliaia di franchi. Quando si è poi stati ammessi al circolo, si partecipa ai suoi incontri organizzati ad intervalli regolari. Nel frattempo, i membri appena entrati nel circolo di donazione sono spinti, rispettivamente messi sotto pressione, dal resto del gruppo a reclutare nuovi membri. Tuttavia, già dopo breve tempo i circoli di donazione collassano poiché il numero di nuovi partecipanti necessari è troppo elevato. Con il collasso del circolo scompare anche il denaro investito inizialmente. Conformemente alla Legge concernente le lotterie è vietato partecipare a circoli di donazione e catene di Sant’Antonio con possibilità di guadagno.

            • Per truffa dell’anticipo s’intende generalmente ogni forma di truffa in cui si deve versare un anticipo per ottenere in cambio una somma di denaro, un prodotto o una prestazione di servizio. I truffatori e le truffatrici inviano delle e-mail in cui spiegano in modo più o meno fantasioso come si può ottenere la somma di denaro, il prodotto o la prestazione di servizio in questione. Una volta ottenuto l’anticipo dalla loro vittima, i truffatori e le truffatrici fanno perdere le loro tracce e non pensano minimamente a fornire quanto proposto.

            • Truffatrici e truffatori telefonano ad aziende e persone private spacciandosi per collaboratori di Microsoft o di una delle sue aziende partner. Le persone che chiamano affermano di telefonare prevalentemente da Gran Bretagna, Stati Uniti o Australia, tuttavia parlano un inglese con un accento molto marcato. Per chiamare utilizzano servizi di telefonia che sfruttano le connessioni Internet (VoIP), riuscendo in tal modo a falsificare, occultare o sopprimere il loro numero, oppure telefonano tramite un impianto telefonico di terzi “craccato”, ciò che rende particolarmente difficile rintracciare o bloccare i numeri in questione. Durante la telefonata, il presunto operatore informa la vittima di aver ricevuto un messaggio d’errore riguardante il suo computer e che questo può causare possibili problemi di sicurezza. Quali presunti collaboratori del supporto Microsoft, le truffatrici ed i truffatori offrono a questo punto alla vittima prestazioni di supporto per eliminare l’ipotetico errore e risolvere i problemi di sicurezza. Per avere un accesso remoto al computer della vittima e fornirle il supposto aiuto, i truffatori e le truffatrici inviano alla vittima, analogamente ai casi di phishing, un’e-mail con un link o la attirano su un sito fraudolento dal quale deve scaricare un programma. Una volta cliccato sul link rispettivamente scaricato il programma, i truffatori e le truffatrici possono accedere al computer della loro vittima e spiare così le password, come pure visualizzare, e se del caso, cancellare, copiare, elaborare, ecc. i dati salvati sul computer, il tutto senza essere individuati.

            • Anche se esistono contratti a domicilio assolutamente seri, vi sono sempre truffatori e truffatrici che suonano alla porta con l’intento di guadagnare denaro grazie a contratti a domicilio di dubbia natura. Si riconoscono spesso queste persone dal loro modo di agire: tentano con insistenza di entrare nell’abitazione della potenziale vittima per poterla abbindolare indisturbatamente. I truffatori e le truffatrici si presentano per esempio come venditori ambulanti, arrotini, venditori di tappeti o giacche in pelle che propongono un affare economicamente interessante sulla porta di casa, come per esempio un tappeto persiano ad un prezzo particolarmente vantaggioso. Nell’ambito dell’attività porta a porta, talvolta vengono anche venduti articoli scadenti, oppure prodotti per la cura del corpo ed elettrodomestici eccessivamente cari. In questi casi, i truffatori ricorrono sempre agli stessi trucchi:

              • utilizzano presunte designazioni aziendali che sembrano serie;
              • impiegano in modo abusivo i nomi di marche note;
              • offrono prodotti in imballaggi molto costosi;
              • consegnano prospetti in cui si raccomandano prezzi del tutto sproporzionati;
              • promettono garanzie pluriennali sui prodotti;
              • tessono esageratamente le lodi dei prodotti offerti;
              • la loro serietà è praticamente impossibile da verificare perché gli indirizzi su ricevute e biglietti da visita sono nella maggior parte dei casi inventati di sana pianta.
            • In linea di massima, la vostra revoca non deve avere una forma particolare. Tuttavia, per dimostrare che volete recedere dal contratto, la cosa migliore da fare è comunque sempre inviare una lettera raccomandata al proponente del contratto. Altrimenti vale quanto segue: una volta concluso, il contratto è vincolante e valido a tutti gli effetti di legge. Di regola, il venditore o la venditrice deve informarvi per iscritto, come cliente, sui termini e sulle modalità per inoltrare una possibile revoca e deve fornirvi il suo indirizzo. Il termine inizia non appena il contratto è stato proposto o accettato. Se venite a sapere del vostro diritto di revoca solo in un secondo tempo, e non al momento della conclusione del contratto, perché questa informazione vi è stata sottaciuta, allora il termine inizia a decorrere solo a partire dal momento in cui siete venuti a conoscenza di questa informazione. In tal caso, la merce e le prestazioni già ricevute dovranno essere restituite.

            • Chi casca nella trappola di truffatori e truffatrici non dovrebbe vergognarsi di informare la polizia. I truffatori e le truffatrici hanno un modus operandi in parte molto raffinato, ed ognuno può, in determinate circostanze, diventare una loro vittima. Anche se in molti casi di truffa è improbabile riuscire a recuperare il denaro pagato, si dovrebbe in ogni caso sporgere denuncia in polizia. Anche coloro che all’ultimo momento si rendono conto dell’inganno attuato da un truffatore o una truffatrice (p. es. il trucco del falso nipote), dovrebbero subito segnalare il caso in polizia. In questo modo la polizia può registrare in quali zone i truffatori e le truffatrici operano in un determinato momento e quali trucchi in particolare mettono in atto per truffare le loro vittime. Grazie a queste informazioni, i comandi di polizia cantonali e comunali possono fare una prevenzione mirata, mettere in guardia fasce di popolazione particolarmente a rischio e rafforzare la propria presenza in certi luoghi.

              • Fate attenzione a come i testi sono scritti nello shop online. L’ortografia è infatti un primo indizio per stabilire la serietà di un sito. La presenza di molti errori di ortografia indica che il sito non è stato creato con la dovuta serietà e pertanto appartiene ad un fornitore molto probabilmente poco serio. Una ditta seria si dà la pena di creare un sito con testi scritti in modo corretto ed accurato.
              • Fate attenzione alla presenza nel sito del marchio di qualità del Verband des Schweizerischen Versandhandels (VSV) (Associazione svizzera di vendita per corrispondenza) e del Trusted Shops. Sui due portali verificate inoltre se lo shop online in questione ha ottenuto a buon diritto il marchio di qualità oppure se tale marchio figura abusivamente nello shop.
              • Verificate molto attentamente le incredibili “offerte da cogliere al volo”. Informatevi sul fornitore e sui possibili costi supplementari come spese di sdoganamento o IVA. Anche se esistono delle buone offerte online, nessun commerciante regala la propria merce. Nel caso della presunta “offerta da cogliere al volo”, si tratta di merce originale oppure contraffatta? Se viene effettivamente venduta merce contraffatta, allora è della massima importanza segnalarlo alla centrale d’annuncio responsabile.
              • Fate attenzione ai commercianti a voi sconosciuti che insistono sulla sola possibilità di pagamento anticipato. In questo modo pagate la merce prima che questa vi venga consegnata. I commercianti seri, invece, offrono sempre più possibilità di pagamento, come per esempio dietro fattura, oppure alla consegna, o tramite carta di credito o PayPal.
              • Nel sito online è presente un indirizzo di contatto del commerciante? In Svizzera, i fornitori di prestazioni mediante commercio elettronico conformemente all’art. 3 cpv. 1 lett. s LCSI sono tenuti ad indicare in modo chiaro e completo la loro identità e il loro indirizzo di contatto, incluso il loro indirizzo di posta elettronica. Se il sito non contiene un impressum con indirizzo postale, indirizzo e-mail e numero di telefono del fornitore, è segno che ci si trova in un falso shop online. Se il fornitore lavora con l’indirizzo e-mail di un provider gratuito, è forse il caso di dubitare della sua serietà.
            • I termini inglesi «Romance Scam» o «Love Scam» designano una forma di truffa dell’anticipo che colpisce le persone alla ricerca di un partner nel mondo virtuale di Internet. Questa forma di truffa è particolarmente subdola perché non svuota solo i conti in banca, bensì spezza anche i cuori delle vittime.

              I truffatori e le truffatrici si spacciano, sotto falsa identità, per pretendenti innamorati in siti di incontri e sui media sociali. Corteggiano la loro vittima facendole complimenti e promesse d’amore, e poi tentano di sottrarle del denaro con storie commoventi.

              • Non pagate mai una cauzione tramite un servizio di trasferimento di denaro senza avere prima ricevuto un contratto d’affitto valido e visitato l’oggetto in questione.
              • Ignorate le inserzioni di appartamenti il cui proprietario afferma di trovarsi all’estero e vi informa che vi farà arrivare la chiave per un sopralluogo dietro versamento di un deposito.
              • Ignorate le inserzioni in cui venite a scoprire che il proprietario (straniero) desidera affittarvi l’appartamento senza aver prima fatto un sopralluogo dietro versamento di una cauzione.
              • Ignorate le inserzioni di appartamenti che sembrano troppo belle per essere vere.
              • Contattate il locatore. Chiedetegli altre informazioni che non sono contenute nell’inserzione. Una telefonata può chiarire molte domande e magari smascherare i truffatori e le truffatrici.
              • Chiedete al locatore di preparare un contratto d’affitto, se desiderate prenotare un appartamento di vacanza al di fuori del portale Internet. Leggete attentamente il contratto prima di firmarlo. Tenete inoltre presente che ogni locatore può fissare lui stesso le proprie condizioni di pagamento e annullamento.
              • Scegliete un metodo di pagamento sicuro. Utilizzate il servizio di pagamento proposto dal rispettivo portale Internet.
              • Non pagate mai in anticipo o mediante servizi di trasferimento di denaro come «Western Union» o «MoneyGram».
              • Leggete accuratamente le valutazioni fatte sull’appartamento di vacanza in questione e valutate la loro credibilità.
              • Diffidate di inserzioni di veicoli che sembrano troppo belle per essere vere. I tentativi di truffa in quest’ambito si riconoscono dai seguenti elementi tipici:
                • un prezzo straordinariamente interessante;
                • inserzioni con dati incompleti o insufficienti su veicolo e venditore;
                • vendita di un modello molto raro o di un oggetto ricercato da collezionisti;
                • al momento dell’acquisto viene messa premura (p. es. «l’offerta è valida solo fino a domani mattina»);
                • inserzioni con foto di catalogo invece di foto «vere e proprie» del veicolo;
                • veicolo o venditore si trova (apparentemente) all’estero und vor allem;
                • richiesta di un versamento anticipato senza aver priva visto il veicolo o aver fatto un giro di prova.
              • Se avete il presentimento che si tratti di una falsa inserzione, non contattate i venditori oppure, se lo avete già fatto, interrompete subito il contatto.
              • Non effettuate in nessun caso un versamento anticipato e soprattutto non ricorrete mai ai servizi di trasferimento di denaro come «Western Union» o «MoneyGram».
              • Per pagare un veicolo acquistato online, utilizzate sempre il metodo di pagamento proposto dal portale Internet risp. effettuate la transazione tramite la piattaforma.
              • Non inviate mai una copia dei vostri documenti personali come passaporto, carta d’identità, licenza di condurre o di circolazione ai venditori, anche se ve li chiedono. I truffatori e le truffatrici possono utilizzare questi documenti per mettere in atto altri tentativi di truffa.
              • Segnalate le false offerte alla piattaforma di vendita.
            • Nel caso delle false richieste di aiuto finanziario, l’intento di truffatori e truffatrici è soprattutto di accedere agli indirizzi e-mail di terzi e di inviare a nome dell’indirizzo e-mail hackerato una richiesta di aiuto finanziario a tutte le persone nel suo indirizzario. In questo caso, i truffatori e le truffatrici mettono dapprima in atto un attacco di Hacking o Phishing per prendere il controllo dell’account dell’indirizzo e-mail di una persona. L’obiettivo di quest’azione è di copiare l’indirizzo e-mail di tutti i contatti contenuti nel suo indirizzario per poi inviare loro un’e-mail di richiesta di aiuto finanziario a nome della persona hackerata. In questa e-mail, i truffatori e le truffatrici inventano un caso d’emergenza, come per esempio dicono di trovarsi in difficoltà mentre si trovano in vacanza o durante un viaggio all’estero, e di essere stati derubati non solo di tutto il loro denaro, bensì anche dei propri documenti. L’e-mail termina con la richiesta di un aiuto finanziario per pagare la fattura dell’albergo e/o il biglietto d’aereo per rientrare a casa. I truffatori e le truffatrici chiedono insistentemente ai contatti di versare i soldi tramite un servizio di trasferimento di denaro. Non appena i soldi sono stati versati, il mittente si volatilizza e con esso anche il denaro versato.

            • Chi cade nella trappola di truffatori e truffatrici non dovrebbe vergognarsi di informare la polizia. I truffatori e le truffatrici hanno un modus operandi in parte molto raffinato, ed ognuno può, in determinate circostanze, diventare una loro vittima. Anche se in molti casi di truffa (soprattutto online) è improbabile riuscire a recuperare il denaro versato, si dovrebbe in ogni caso sporgere denuncia in polizia. Anche coloro che all’ultimo momento si rendono conto dell’inganno attuato da un truffatore o una truffatrice, dovrebbero subito segnalare il caso in polizia. Anche il tentativo di truffa è punibile!

              E anche se, come detto precedentemente, soprattutto nel caso di questi delitti è quasi impossibile per la polizia rintracciare gli uomini e le donne che agiscono dietro le quinte, in quanto si nascondono dietro l’anonimato, si dovrebbe comunque sporgere denuncia. Solo in questo modo la polizia riceve informazioni sull’entità di questa forma di delitto, può creare interrelazioni ed eventualmente identificare approcci investigativi. Inoltre la polizia può rilevare con quali trucchi si truffano le persone. Grazie a queste conoscenze, i corpi di polizia cantonali e comunali possono fare una prevenzione mirata e mettere in guardia fasce di popolazione particolarmente a rischio.

              A tale fine occorre disporre di prove importanti che dimostrano la truffa: lo «screenshot» (foto della schermata) dei falsi profili, il verbale della chat e/o l’intero scambio di e-mail. Le denunce possono essere sporte presso ogni posto della polizia.

          • Skimming
            • Il termine skimming deriva dal verbo inglese «to skim» che significa «strisciare» o «sfiorare». Per skimming si intende la manomissione dei distributori automatici (bancomat, distributori di biglietti e terminali per il pagamento con carta di credito o di addebito in negozi, stazioni di servizio, ristoranti ecc.). I truffatori si servono di speciali congegni che, applicati ai distributori automatici, sono in grado di copiare i dati contenuti nella banda magnetica delle carte di conto, di debito e di credito, e di spiare il codice PIN mentre viene digitato. Una volta in possesso di queste informazioni, i truffatori possono poi prelevare denaro dal conto della vittima senza essere visti. Quasi sempre le vittime di skimming si accorgono del furto solo dopo aver controllato il loro estratto conto.

              • I truffatori applicano prima di tutto vari congegni sui o nei distributori automatici: per esempio un lettore che memorizza i dati della banda magnetica della carta quando questa viene inserita nell’apposita fessura e una finta tastiera o una microtelecamera nascosta per riuscire a carpire il codice PIN. In pratica, il possessore della carta non si accorge di queste manomissioni perché i congegni sono del tutto simili a quelli regolari e le microtelecamere nascoste sono così piccole da non poter essere notate.
              • Una volta ottenute le informazioni necessarie, i truffatori possono procedere alla clonazione della carta. Dato che in Svizzera la carta clonata non può essere utilizzata senza il chip, i truffatori effettuano i prelevamenti all’estero fino a prosciugare il conto dell’ignaro possessore della carta.
              • Può però anche darsi che truffatori dediti allo skimming si impossessino del PIN e dei dati della banda magnetica per poi rivendere queste informazioni. Questo significa che cedono via Internet i dati ad altri truffatori per consentire loro di prelevare illegalmente denaro dai conti toccati dal problema.
              • Non rivelate mai il vostro codice PIN a terzi. Non custodite mai il vostro codice PIN insieme alla carta e non trascrivetelo mai sulla carta stessa.
              • Quando siete a un distributore automatico digitate sempre il PIN al riparo da occhi indiscreti. Coprite l’inserimento del codice con la mano libera o con il portafoglio. Guardatevi alle spalle per evitare che qualcuno vi osservi mentre eseguite questa operazione.
              • Mentre prelevate contanti, pagate o fate un biglietto ad un distributore automatico, non lasciatevi distrarre per nessun motivo. Se qualcuno vi si avvicina troppo, invitatelo a mantenere le distanze. Non lasciatevi coinvolgere in una conversazione e non accettate l’aiuto da parte di persone sconosciute se, per esempio, la vostra carta è rimasta incastrata nella fessura del distributore automatico.
              • Anche al distributore automatico seguite il vostro istinto: se un apparecchio vi sembra sospetto, se non vi sentite a vostro agio perché nei paraggi si aggirano loschi personaggi, se qualcuno vi rivolge la parola o vi si avvicina troppo, interrompete immediatamente l’operazione che state effettuando, prelevamento o pagamento che sia, e cercate un altro distributore automatico.
              • Non date mai a nessuno la vostra carta, né a chi si offre di aiutarvi, né a chi si presenta come un addetto all’assistenza tecnica. A un truffatore bastano pochi istanti per sostituire la vostra carta senza che nemmeno ve ne accorgiate.
              • Se sospettate un abuso, fate immediatamente bloccare la vostra carta. Lo stesso vale in caso di furto, smarrimento o incastramento della carta nella fessura del distributore automatico.
              • Se sospettate che un apparecchio sia stato manomesso, avvisate immediatamente il gestore del distributore automatico. Al di fuori degli orari d’ufficio rivolgetevi alla polizia, al 117. Contribuirete in tal modo a prevenire ulteriori danni eventuali.
              • Verificate regolarmente il vostro estratto conto e se notate irregolarità, contattate subito il vostro istituto finanziario.
            • Quando vi trovate all’estero, optate per il Card Control. Si tratta della restrizione di utilizzo della carta all’estero. Per proteggervi dallo skimming, adottate le misure seguenti, particolarmente efficaci.

              • Geoblocking o geocontrol: la carta può essere utilizzata solo in determinati paesi selezionati.
              • Diminuzione del limite di prelevamento: all’estero si diminuisce il limite massimo di prelevamento della carta.
              • Forma mista: il limite massimo di prelevamento è ridotto solo in determinati paesi selezionati.

              Non tutti gli istituti finanziari applicano il Card Control nello stesso modo. Neppure la selezione dei paesi è effettuata in modo unitario. A seconda dei casi è l’istituto finanziario oppure il/la cliente a decidere dove la carta può essere utilizzata all’estero. Rivolgetevi perciò direttamente al vostro istituto finanziario per ottenere maggiori informazioni al riguardo.

              • Se sospettate che un apparecchio sia stato manomesso, avvisate immediatamente il gestore del distributore automatico. Al di fuori degli orari d’ufficio rivolgetevi alla polizia, al 117. Seguite le istruzioni della polizia e non toccate nulla fino al suo arrivo. Durante questo lasso di tempo, non fatevi aiutare da persone sconosciute.
              • Fate bloccare subito la vostra carta in caso di perdita, furto, incastramento nella fessura del distributore automatico, oppure se sospettate che sussista un abuso o ancora se – dopo aver parlato con il vostro istituto finanziario – constatate prelevamenti illeciti sul vostro estratto conto.
              • Sporgete denuncia in polizia se la vostra carta è stata rubata o se il vostro istituto finanziario vi consiglia in tal senso in caso di addebiti ingiustificati.
          • Truffa tele­fonica
          • Tematica Furto con scasso

            • Furto con scasso
              • Se gli scassinatori risp. le scassinatrici entrano negli edifici usando la forza, per esempio scardinando una porta o rompendo una finestra, si parla di furto con scasso. Se le porte o le finestre sono aperte e gli scassinatori risp. le scassinatrici si introducono nell’edificio senza l’uso della forza e rubano oggetti di valore, si parla allora di furto con introduzione clandestina.

              • Gli scassinatori e le scassinatrici si introducono in appartamenti e case monofamiliari prevalentemente di giorno, quando le persone lavorano o sono assenti per altri motivi. I negozi, gli uffici, i capannoni e simili sono invece scassinati soprattutto di notte, quando non c’è più nessuno nei locali o in zona.

              • Gli scassinatori risp. le scassinatrici evitano il confronto con gli abitanti. Se, mentre stanno agendo, sentono o vedono che qualcuno sta entrando in casa o nel negozio, generalmente se la danno a gambe.

              • Scelgono sempre la via d’accesso che oppone meno resistenza. Dato che molte persone non rendono sufficientemente sicure le loro abitazioni o i loro negozi, i ladri risp. le ladre si introducono spesso nei locali passando per esempio attraverso la finestra della cantina o la porta della terrazza lasciate aperte (furto con introduzione clandestina). La maggior parte dei furti con scasso è compiuta con semplici attrezzi come un cacciavite o uno scalpello che trovano posto nella tasca di ogni giacca.

              • Le persone che compiono scassi non sono sempre uomini vestiti di nero. Anche donne, giovani e persino bambini commettono effrazioni e, per non farsi notare, indossano abiti che passano il più possibile inosservati. Si possono in parte riconoscere potenziali scassinatori risp. scassinatrici dal loro comportamento, per esempio quando osservano una casa e perlustrano i suoi dintorni oppure quando si aggirano in un quartiere.

              • Si tratta di una consulenza nell’ambito della quale gli/le esperti/e della polizia visitano una proprietà o un appartamento e quindi formulano delle raccomandazioni sul miglior modo di proteggersi dalle effrazioni e sulle vie d’accesso da rinforzare. Queste consulenze sono gratuite nella maggior parte dei cantoni.

                • Chiudete sempre a chiave le porte, anche quando siete assenti solo per breve tempo.
                • Chiudete le finestre e le porte di balconi e terrazze. Tenete presente che per gli scassinatori risp. le scassinatrici, le finestre aperte a ribalta sono semplicemente finestre aperte! Con un po’ di destrezza e senza l’uso della forza sono infatti in grado di aprire una finestra aperta a ribalta.
                • Uno degli ostacoli più efficaci per combattere gli scassinatori e le scassinatrici è contare su buoni rapporti di vicinato. Più si hanno buoni rapporti di vicinato e più ci si fida l’uno dell’altro, più i vicini saranno disposti ad avere sempre un occhio vigile sulla proprietà o sull’appartamento accanto alla propria abitazione. Informate inoltre i vostri vicini delle vostre assenze per vacanza. Se i vostri vicini sanno che non dovrebbe esserci nessuno nella vostra abitazione e tuttavia sentono dei rumori o vedono luci accese, penseranno subito ad uno scasso. Se vi assentate per un lungo periodo, dovreste chiedere a qualcuno di ritirare la vostra corrispondenza. Una buca delle lettere strapiena segnala infatti ai ladri che potreste essere assenti.
              • Se per caso cogliete un ladro risp. una ladra sul fatto, non tentate in alcun caso di trattenerlo/a o addirittura di sopraffarlo/a! Allontanatevi rapidamente, poi chiamate la polizia al 117. Memorizzatevi l’aspetto della persona, il veicolo utilizzato, in quale direzione si è allontanato. Cercate di ricordarvi il numero della targa, ma non mettetevi in pericolo!

              • Perché indizi importanti sui ladri potrebbero andare persi. Perciò aspettate l’arrivo della polizia fuori dalla vostra abitazione.

              • Nel pieghevole «Furto con scasso: che fare?» le vittime di uno scasso trovano informazioni sul procedimento messo in atto dalla polizia e 5 consigli pratici che le aiutano ed elaborare questo evento traumatico il prima possibile.

          • Furto

            • Furto
              • I ladri e le ladre sono tanto diversi quanto i loro bottini, i loro modi operandi e i loro «luoghi di lavoro» prediletti: può trattarsi di uomini e donne, giovani e addirittura bambini, persone in completo e cravatta, in tuta da lavoro o con un abito da festa, con lo zaino, la valigetta portadocumenti o il passeggino; di persone che danno l’impressione di essere ubriache, confuse oppure molto servizievoli, di persone che si spacciano per turisti in visita in Svizzera o che fanno credere di essere lontani parenti del nonno.

                • Chiudete sempre la vostra bicicletta con un dispositivo di chiusura omologato.
                • Fissate il telaio della vostra bicicletta ad un oggetto ancorato nel suolo (p. es. un palo, una recinzione), in modo tale da non poterla rimuovere e portar via.
                • È possibile incatenare anche più biciclette, assicurandole tutte insieme con un dispositivo di chiusura.
                • Se possibile, parcheggiate la vostra bicicletta in un locale sorvegliato o che può essere chiuso a chiave.
                • Quando trasportate la vostra bicicletta sul tetto o sulla parte posteriore della vostra automobile, non dimenticate di assicurarla bene con un antifurto.
                • Annotatevi il numero di telaio, la marca e il colore della vostra bicicletta. La miglior cosa è avvalersi dei servizi di una società specializzata come Veloregister o Velofinder
              • Anche se la vostra bicicletta è fissata nel miglior modo possibile con un dispositivo di chiusura o antifurto, può comunque capitare che cada nelle mani di un ladro o una ladra. In tal caso, denunciate subito il furto in polizia! Per fare la denuncia, dovete fornire il numero di telaio della vostra bicicletta, la marca/il modello, il colore, il nome della vostra assicurazione economia domestica e un documento d’identità valido. In 12 cantoni è possibile denunciare il furto della bicicletta anche in Internet.

                • Non lasciate entrare nessuno sconosciuto, soprattutto se in quel momento siete soli in casa.
                • Quando suonano alla porta, utilizzate sempre il catenaccio o guardate dallo spioncino o dalla finestra. Potrete così scoprire chi aspetta davanti alla vostra porta di casa senza doverla aprire (del tutto).
                • Se per esempio qualcuno afferma di lavorare per il comune o di dover eseguire dei lavori su incarico dell’amministrazione della casa, prima di lasciarlo entrare, richiedete un documento d’identità e informatevi per telefono presso il comune o l’amministrazione della casa se quanto affermato corrisponde al vero. Ma attenzione: siate sempre solo voi a cercare i rispettivi numeri di telefono in Internet o nell’elenco telefonico, e non fatevi dare un numero di telefonino qualsiasi da parte della persona che aspetta davanti alla porta di casa. Un complice potrebbe infatti «interpretare il ruolo» di un impiegato comunale o dell’amministrazione casa al numero di cellulare dato. Chiudete inoltre la porta a chiave fino a quando non avete chiarito se la persona è veramente passata su incarico del comune o dell’amministrazione della casa.
                • In caso di dubbio, non fate entrare nessuno in casa. Meglio apparire scortesi e diffidenti che farsi derubare. Potrete poi sempre scusarvi a posteriori rispettivamente fissare un nuovo appuntamento con l’artigiano o con il/la rappresentante delle autorità.
                • Riponete borsello, smartphone e le chiavi di casa vostra in una tasca interna della vostra giacca possibilmente chiudibile.
                • Tenete borsette, borse a tracolla e simili ben chiuse e strette davanti al corpo.
                • Prendete in mano i vostri oggetti di valore solo se strettamente necessario e non metteteli in mostra.
                • Non siate mai soli quando fate commissioni che prevedono il pagamento di grosse somme di denaro contante.
                • Evitate le strade mal illuminate e poco frequentate.
                • Se qualcuno tenta di strappar via i vostri oggetti di valore, non opponete resistenza perché potreste ferirvi.
                • Ovunque vi sono turisti e viaggiatori (stazioni ferroviarie, aeroporti, mercati, ecc.).
                • Ovunque è facile confondersi fra i clienti (ristoranti, alberghi e simili).
                • Ovunque le persone non possono (più) badare loro stesse ai propri oggetti di valore (case per anziani, ospedali, ecc.).
                • Ovunque le persone si allenano e praticano attività sportive.
                • Ovunque le persone festeggiano e alzano spesso il gomito (club, bar, concerti, open air, manifestazioni sportive, ecc.).
              • Se la polizia pone sotto sequestro o trova la refurtiva, cerca di rintracciare il suo legittimo proprietario o la sua legittima proprietaria consultando le informazioni registrate nella banca dati.

                Chi è stato vittima di borseggiatori o autori di furti con destrezza generalmente ha però pochissime probabilità di recuperare i suoi oggetti di valore. È tuttavia importante denunciare i furti alla polizia, che può così registrare in quali zone molti ladri e ladre operano in un determinato momento e quali trucchi in particolare mettono in atto per derubare le loro vittime. Grazie a queste informazioni, i comandi di polizia cantonali e comunali possono fare una prevenzione mirata, mettere in guardia fasce di popolazione particolarmente a rischio e rafforzare la propria presenza in certi luoghi.

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