
Incitamento all’odio / crimini d’odio
L’incitamento all’odio e i crimini d’odio feriscono non solo una persona specifica, bensì anche interi gruppi di individui a cui si inviano messaggi d’odio. Tutti noi possiamo essere vittime di un simile attacco, perché facciamo tutti parte di determinati gruppi.
Definizione
Per incitamento all’odio si intendono espressioni di ogni genere rivolte contro una singola persona o un gruppo allo scopo di offendere, insultare, sminuire, denigrare, diffamare, ridicolizzare, disprezzare. In poche parole: discriminare.
Il crimine d’odio è un reato penale basato sul pregiudizio nei confronti di determinati gruppi di persone. Devono quindi essere date le condizioni seguenti: un pregiudizio (“odio”) e un reato penale (“crimine”).
Fenomeno e tipiche caratteristiche
Le vittime d’incitamento all’odio e di crimini d’odio sono scelte in base alla loro (attribuita) appartenenza ad un gruppo. Sono particolarmente bersaglio di odio le minoranze e i gruppi emarginati. Secondo le conoscenze scientifiche, le caratteristiche oggetto di tali attacchi sono prevalentemente l’origine, la lingua, la nazionalità, il sesso, l’orientamento sessuale, le convinzioni politiche, religiose o di altro tipo e l’aspetto fisico
Le autrici e gli autori d’incitamento all’odio e di crimini d’odio scelgono la vittima da prendere di mira sulla base di un pregiudizio. I pregiudizi non sono innati, bensì vengono “acquisiti” fin dall’infanzia e dall’adolescenza. A svolgere un ruolo importante in quest’ambito sono anche la propria appartenenza ad un gruppo, le disuguaglianze reali o percepite, l’influenza dei media, ecc.
Un aspetto particolare legato all’incitamento all’odio è il cybermobbing. Si parla di cybermobbing, se più autori e/o autrici importunano, minacciano, assillano o prendono in giro intenzionalmente una persona in Internet o tramite smartphone per un tempo prolungato.

Situazione giuridica
L’articolo 261bis CP tutela, oltre alla tranquillità pubblica, anche la dignità umana e l’uguaglianza di tutte le persone, indipendentemente dalla loro “razza”, etnia, religione o dal loro orientamento sessuale. Sussiste una violazione della dignità umana quando si colpisce una persona o un gruppo nel cuore della propria personalità, ossia quando la/lo si rappresenta come inferiore o le/gli si nega la qualità di esse re umano o il diritto di vivere.
In base a quanto contemplato dall’art. 261bis CP, la discriminazione e l’incitamento all’odio sono reati perseguibili d’ufficio. Rientrano in questa fattispecie gli atti di rilevanza penale che devono essere perseguiti dalle autorità preposte (ministero pubblico e polizia) non appena queste ultime ne vengono a conoscenza.
La protezione dalla discriminazione conformemente all’art. 8 della Costituzione federale va ancora oltre e protegge anche le caratteristiche quali il sesso, l’età, la lingua, la posizione sociale, il modo di vita, le convinzioni religiose, filosofiche o politiche, o le menomazioni fisiche, mentali o psichiche. Anche se queste caratteristiche non sono protette penalmente dall’articolo 261bis CP, esse possono essere prese in considerazione dal tribunale nella commisurazione della pena (art. 47 CP), a condizione che i fatti da giudicare costituiscano un atto di rilevanza penale.
Cosa fa la polizia?
In caso di incitamento all’odio o di crimini d’odio, la polizia può offrirvi supporto e consigliarvi al momento della ricezione della vostra denuncia. Il modo più semplice è sporgere una denuncia verbale recandovi al posto di polizia più vicino. Nell’ambito di un colloquio, il caso verrà esaminato e sarete consigliati/e sull’ulteriore iter da seguire.
Dato che molte vittime temono ancora di non essere prese sul serio dalla polizia e di subire ulteriori discriminazioni, spesso i crimini d’odio non vengono affatto denunciati. Per contrastare questi timori, le e gli agenti di polizia vengono istruiti sempre meglio e sensibilizzati costantemente in materia.
La polizia o le autorità istruttorie chiederanno informazioni sull’intera dinamica dei fatti. Si focalizzeranno in particolare sul movente dell’autrice o dell’autore di questo atto. Potrebbero per esempio porre domande del tipo: “Secondo lei, quale potrebbe essere il movente dell’autrice o dell’autore? A suo avviso, qual era il suo obiettivo?”. Se la polizia non dovesse porre domande in tal senso (per esempio perché non viene subito identificata una possibile correlazione), esprimete voi stessi queste riflessioni. La polizia condurrà delle indagini. Cercherà di stabilire chi ha commesso il reato, come, quando, dove e perché, in modo da poter utilizzare queste informazioni in tribunale.

Cosa posso fare?
Consigli comportamentali destinati alle potenziali vittime
- Agite! Non tollerate l’incitamento all’odio e i crimini d’odio. Per esempio, in risposta ad un messaggio d’odio, dichiarate o scrivete: “Non sono d’accordo!”.
- Raccogliete documenti giustificativi o prove: nella vita reale può per esempio trattarsi di foto o video (che non diffonderete, ma che consegne rete alla polizia); nel mondo virtuale (online), salvando o facendo degli screenshot.
- Utilizzate le funzioni di segnalazione sulle piattaforme online: molti fornitori di social media, diverse organizzazioni indipendenti, impegnate nella protezione delle minoranze, e gruppi d’interesse offrono la possibilità di fare segnalazioni. I commenti inneggianti all’odio non devono essere tollerati.
- Proteggetevi quando siete online, grazie alle specifiche impostazioni sulla privacy (troverete informazioni al riguardo in altri opuscoli della PSC sul tema Internet).
Consigli comportamentali destinati alle persone informate sui fatti, alle e ai testimoni o agli osservatori e alle osservatrici
- Informatevi e informate gli altri sul tema “incitamento all’odio / crimini d’odio” e sulle loro ripercussioni. L’educazione e la sensibilizzazione in materia contribuiscono in modo decisivo alla resilienza sociale contro i crimini d’odio. Questo vale per tutte le fasce d’età: bambini, giovani e adulti.
- In situazioni di pericolo non volgete lo sguardo altrove, ma agite in modo adeguato dando prova di coraggio civile. Troverete informazioni al riguardo nell’opuscolo della PSC “Intervenite! Ecco perché il coraggio civile è tanto importante per la nostra società”.
- Sostenete le vittime, impegnatevi attivamente contro la discriminazione e date prova di solidarietà. Dichiarate o scrivete per esempio: “Nella nostra società non c’è posto per l’odio e la discriminazione!”.
- Mettetevi attivamente a disposizione come persone informate sui fatti.
Avvertimenti destinati a potenziali autrici e autori di questi atti
- Siate consapevoli del fatto che non tutto ciò che dite o fate è necessariamente legale. Se violate la dignità umana altrui o se la vostra condotta è passibile di una pena, non potete semplicemente appellarvi alla libertà d’espressione. Anche Internet è uno spazio disciplinato dal diritto. La polizia è presente anche lì. Siate consapevoli del fatto che il comportamento online non è protetto dall’anonimato.
- Evitate di assumere qualsiasi comportamento punibile. Prima di compiere qualsiasi azione, riflettete: “Altri gruppi di persone come potrebbero interpretare questo atto o questo messaggio? Potrei offendere, discriminare, spaventare qualcuno o interi gruppi di persone?”
- Se vi rendete conto di aver esagerato, porgete le vostre scuse. Se possibile, cercate di rimediare a quanto è accaduto.
- Volete proteggere voi stessi dalla possibilità di ricevere messaggi d’odio per non essere tentati di diffonderli? Per la vostra protezione, utilizzate i cosiddetti filtri di protezione dei minori. Questi filtri possono essere attivati come impostazioni di sicurezza su piattaforme di social media, servizi di streaming o console di gioco per limitare l’accesso a contenuti potenzialmente dannosi. In questo modo, vi imbatterete meno spesso in messaggi d’odio.
Incitamento all’odio / crimini d’odio
Consigli utili per proteggervi da questi reati.
L’opuscolo contiene informazioni sul fenomeno e la situazione giuridica e vi sprona a combattere in prima persona l’odio e la discriminazione. Ogni contributo in tal senso è importante, perché oggi è più che mai necessario prevenire e contrastare l’incitamento all’odio e i crimini d’odio.
Offerte di consulenza e sostegno
Aiuto in caso di emergenza
(numeri gratuiti 24 ore su 24)
- Polizia Tel. 117
- Telefono amico – aiuto anonimo per adulti | Tel. 143
- Pro Juventute – aiuto anonimo per bambini e adolescenti | Tel. 147
Consulenza in caso d’incitamento all’odio o crimini d’odio
- Piattaforma di segnalazione dei discorsi d’odio razzisti online, report online racism: Segnalare
- Fondation contre le racisme et l’antisémitisme (GRA): Segnalare (solo in tedesco o francese)
- Rete di consulenza per le vittime del razzismo : Segnalare un incidente
- LGBTIQ-Helpline: Consulenza | Tel. 0800 133 133
- Transgender Network Switzerland (TGNS): Consulenza
- Aiuto alle vittime : Consulenza
Ulteriori pagine informative
- Progetto Stop Hate Speech (solo in tedesco o francese)
- PinkCop, associazione indipendente e attiva in tutta la Svizzera per le persone queer che lavorano nella polizia o presso le autorità di perseguimento penale (solo in tedesco)
- Giovani e media, Piattaforma nazionale per la promozione delle competenze mediali
- Servizio per la lotta al razzismo e Commissione federale contro il razzismo CFR, Dipartimento federale dell’interno
