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Avete già ricevuto via WhatsApp o SMS un invito a partecipare ad un'inchiesta in cui si specifica che potreste vincere un buono di Migros, Coop, Ikea, H&M o di altri fornitori simili? La Prevenzione Svizzera della Criminalità vi spiega cosa sono queste cosiddette «inchieste» e perché non vincerete mai nulla.

Perché le inchieste di Coop e fornitori analoghi via Whatsapp e SMS sono sempre dei falsi?

Le ditte serie non conducono inchieste via WhatsApp o SMS. Si rivolgono in altro modo ai propri clienti (p. es. direttamente in negozio o per posta).

Cosa sono esattamente queste false inchieste e che obiettivi perseguono i criminali?

Sono sempre forme di Phishing e trappole degli abbonamenti. La persona che partecipa ad una falsa inchiesta, fornisce i propri dati personali (nome, cognome, indirizzo e-mail, ecc.), informazioni che i criminali vendono poi a terzi e che sono per esempio utilizzate in modo abusivo per inviare spam. Nel caso di certe false inchieste, l’obiettivo perseguito dai criminali è far sì che le persone approvino le condizioni generali di vendita (CGV) contenute nel messaggio. Quando lo fanno, cascano nella trappola dell’abbonamento e a partire da quel momento ricevono SMS soggetti a spese. (Nelle CGV stava infatti scritto che accettando le condizioni si sottoscriveva un abbonamento a pagamento di una durata minima di X mesi.)

Perché così tante persone cascano nella trappola di queste false inchieste?

  • I truffatori allettano le loro vittime con buoni del valore di diverse centinaia di franchi, tant’è che ad alcuni piace pensare che Migros e fornitori simili siano molto generosi.
  • In certi casi, i criminali falsificano dichiarazioni in Facebook mostrando contemporaneamente commenti positivi di amici in Facebook che asseriscono di aver già ricevuto il loro buono e di rallegrarsi di fare shopping. Queste affermazioni suggeriscono che vi sono ottime possibilità di vincere e che si ricevono effettivamente i buoni in palio.
  • Alle persone che partecipano all’inchiesta viene inoltre spesso messa premura in modo mirato, per non dar loro il tempo di chiedersi se il tutto è un falso o meno. Sulla pagina web si vede scorrere un conto alla rovescia e/o si indica che vi sono ancora pochi buoni in palio. Mettere sotto pressione l’utente è un noto trucco utilizzato in molte forme di truffa.
  • Nel caso di queste false inchieste, si utilizzano sempre i nomi di società particolarmente degne di fiducia e i contenuti web, i logo, ecc. delle ditte imitate sono falsificati in modo elaborato e addirittura professionale.
  • Infine, ma non per questo meno importante, queste inchieste via WhatsApp o SMS sono sempre inviate da un conoscente. In molti credono che se un proprio contatto ha partecipato all’inchiesta, significa che il tutto dev’essere una cosa da prendere sul serio.

Perché queste inchieste si diffondono così velocemente?

L’ottenimento del presunto buono è subordinato a delle condizioni. Chi vuole vincerlo, deve inviare il link dell’inchiesta a 10 contatti WhatsApp o SMS. A un passo dall’ottenere l’ambito premio, molte vittime di questo tipo di truffa da un lato sono praticamente “accecate dall’avidità” e, dall’altro, si rallegrano addirittura di offrire anche ai loro 10 contatti preferiti la possibilità di vincere un buono.

Come si deve reagire ad un simile invito?

Chiarite quanto prima alla persona che vi ha inviato il link in questione che si tratta di una falsa inchiesta. Il vostro contatto potrà poi informare in merito le altre nove persone a cui ha spedito il link, prima che anche queste ultime diventino a loro volta vittime di Phishing o trappole degli abbonamenti e diffondano il link ad altri contatti.

E non dimenticate: ciò che è troppo bello per essere vero, nella maggior parte dei casi è proprio un falso o una fregatura!

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