Nella maggior parte dei casi, le persone vittime di imbroglio si sentono raggirate e truffate. Qualora siano costretti a pagare per un servizio che pensavano gratuito o a sborsare una cifra nettamente superiore a quanto inizialmente prospettato, gli imbrogliati ritengono spesso di essere stati truffati anche nel senso penale del termine. In realtà, i comportamenti dei mistificatori, pur essendo sleali, restano nei limiti della legalità.

Definizione

«Imbroglio» è un termine colloquiale utilizzato spesso per designare transazioni effettuate a prezzi eccessivi. Nella maggior parte dei casi, «imbrogliare» significa indurre una persona male informata a sborsare, in circostanze fuorvianti, una somma di denaro sproporzionata per una determinata consulenza, un credito, un abbonamento o un bene.

Il mistificatore mira a confondere la controparte in modo tale che questa, all’atto della conclusione del contratto, non si informi o non si possa informare sulle clausole contrattuali, né prenda o possa prendere visione delle condizioni generali di vendita (CGV). Si tratta di un errore gravido di conseguenze, dato che con la dichiarazione di accettazione si perfeziona un contratto. Per questa ragione, l’imbroglio, pur sfociando in una transazione iniqua e sleale, non costituisce necessariamente un comportamento illegale.

Cosa non è l’imbroglio

L’imbroglio non è una truffa e quindi non ha rilevanza penale. Affinché un comportamento configuri una truffa nel senso legale del termine, il mistificatore deve ingannare con astuzia una persona affermando cose false o dissimulando la verità. Il truffato, pur agendo secondo scienza e coscienza, non può dunque rendersi conto che l’affare non è ciò che sembra a prima vista. Nel caso dell’imbroglio, invece, l’interessato avrebbe potuto informarsi seppure con una certa difficoltà.

Una lettura attenta delle CGV relative a un contratto online ne avrebbe, ad esempio, impedito l’incauta conclusione oppure, in caso di vendita a domicilio, l’interessato avrebbe dovuto procedere all’acquisto solo se in possesso di un raffronto di prezzi per il prodotto in questione. Per queste ragioni, la vittima di imbroglio è tenuta all’adempimento del contratto e deve accollarsi il prezzo della prestazione anche se eccessivo.

I confini tra truffa e imbroglio non sono però sempre così netti e la decisione di attribuire un comportamento all’una o all’altra fattispecie spetta in definitiva al tribunale che, in caso di dubbi, può ricorrere alla polizia in veste di consulente.

Come avvengono gli imbrogli?

I malintenzionati sono sempre estremamente attivi e creativi e ideano di continuo nuove forme di raggiri. Per proteggere sé stessi e gli altri è quindi importate riconoscere i comportamenti tipici dei mistificatori, le caratteristiche abituali delle vittime e le circostanze in cui, in genere, sono messi in atto gli imbrogli.

  • Comportamenti tipici dei mistificatori: cercano di disorientare le vittime, di persuaderle e spesso di isolarle e/o metterle sotto pressione affinché facciano un acquisto.
  • Caratteristiche abituali delle vittime: i professionisti dell’imbroglio sfruttano scientemente le debolezze umane: tutti possono quindi essere potenziali vittime!
  • Circostanze che caratterizzano gli imbrogli: la persona interessata non getta nemmeno un’occhiata alle CGV oppure le scorre solo distrattamente, essendo convinta di trovarsi di fronte a un’occasione da non perdere o un’offerta gratuita. Bisognerebbe quindi porsi sempre alcune domande: il prodotto in questione può effettivamente essere gratuito o così conveniente? Perché è assolutamente necessario procedere all’acquisto entro, ad esempio, due ore? A un’analisi più attenta o dopo un confronto con proposte simili, spesso emergono costi occulti e le offerte in questione si rivelano essere decisamente meno interessanti.

Spese di spedizione eccessive per acquisti online

Oggigiorno è possibile ordinare praticamente tutto via Internet e le piattaforme commerciali digitali non hanno nulla da invidiare ai negozi tradizionali. Le potenzialità di Internet possono tuttavia essere sfruttate anche per arricchirsi in modo poco ortodosso, creando ad esempio negozi online per smerciare prodotti a prezzi eccessivi o con oneri occulti. In tale contesto esistono diverse forme di raggiro.

Oltre agli ordini indesiderati e alle trappole degli abbonamenti un’ulteriore forma di imbroglio è rappresentata dagli oneri aggiuntivi. Tale pratica è messa in atto soprattutto da siti di vendite online che operano sul web con un dominio «.ch», ma che importano dall’estero la merce ordinata. Gli oneri supplementari in termini di imposta sul valore aggiunto e dazi doganali non sono indicati nel calcolo iniziale del prezzo e sono comunicati all’acquirente solo in un secondo tempo.

Prima dell’ordine definitivo di uno o più prodotti deve quindi sempre essere visualizzato un riepilogo che consenta al cliente di apportare eventuali correzioni. In talune circostanze, i visitatori di negozi online possono cadere anche nelle cosiddette trappole degli abbonamenti, nel caso in cui, senza esserne consapevoli né avere l’intenzione di farlo, sottoscrivano un contratto per servizi ricorrenti.

Come posso proteggermi dagli imbrogli negli acquisti online?

Secondo l’ombudsman dell’E-Commerce del Forum dei consumatori della Svizzera tedesca negli acquisti online vanno assolutamente osservate alcune precauzioni:

  • Presti attenzione all’ortografia dei descrittivi delle offerte, primo indizio di serietà di un sito Internet. Un numero elevato di errori riflette una realizzazione poco scrupolosa e fa nascere sospetti sull’operatore. Un’azienda seria si sforza di presentare nel migliore dei modi le proprie offerte online.
  • Verifichi la presenza dei sigilli di qualità di Trusted Shops. Controlli inoltre su entrambi i portali se il negozio online ha diritto di utilizzarli o se sono stati contraffatti.
  • Analizzi con molta attenzione le «occasioni da non perdere». Si informi sul venditore e sui possibili costi aggiuntivi, come dazi doganali e IVA. Sul web si possono fare buoni affari, ma nessuno regala la propria merce. I prodotti offerti a prezzi imbattibili sono veramente originali o sono taroccati? Se viene effettivamente venduta merce contraffatta, è molto importante segnalare il caso ai servizi competenti.
  • Diffidi dei venditori che non conosce e che insistono sui pagamenti anticipati quale modalità di pagamento. In tal modo pagherebbe la merce prima che sia spedita. I venditori seri accettano sempre varie modalità di pagamento, come ad esempio su fattura o contro rimborso oppure per carta di credito o PayPal.
  • Sulla piattaforma online è riportato un indirizzo di contatto del venditore? In Svizzera, chi offre merci o prestazioni mediante commercio elettronico è tenuto, ai sensi dell’articolo 3 capoverso 1 lettera s LCSl, a indicare in modo chiaro e completo la sua identità e il suo indirizzo di contatto. L’assenza di un impressum con indirizzo postale, e-mail e numero telefonico del venditore è un indizio di intenzioni truffaldine. Dubbi sulla serietà dell’offerta possono nascere anche dal fatto che sia indicato un indirizzo e-mail aperto presso un provider gratuito.

Crediti offerti via Internet o tramite inserzioni sui giornali

In Internet, sui quotidiani e sulle riviste fioriscono gli annunci che pubblicizzano la concessione di crediti. Il contesto in cui viene richiesto un prestito è sempre lo stesso: la persona interessata necessita una somma di denaro, di cui al momento non dispone, per comperare un bene di un certo valore, ad esempio un’auto. Gli istituti finanziari seri non prestano tuttavia soldi a casaccio, ma si assicurano, caso per caso, che le condizioni di rimborso siano realistiche. Spesso, sono però proprio tali condizioni rigorose a spingere nelle braccia di imbroglioni o usurai chi non riesce ad ottenere denaro dagli istituti di credito.

Aziende poco serie o addirittura truffaldine, attive in ambito finanziario, cercano di acquisire nuovi clienti offrendo loro crediti a tassi d’interesse a prima vista estremamente bassi, senza alcuna verifica di solvibilità e malgrado procedure d’esecuzione in corso. Le offerte sembrano allettanti, ma l’apparenza inganna. In Svizzera, tutti gli istituti finanziari sono tenuti per legge a verificare la solvibilità della persona interessata prima di concederle un credito. Di norma, l’emissione di un precetto esecutivo fa sì che il destinatario sia classificato come non solvibile e che quindi non possa beneficiare di un credito. Qualora un istituto finanziario contravvenga a queste direttive può essere citato in giudizio.

Come posso proteggermi dagli imbrogli in materia di crediti?

  • Verifichi l’indirizzo dell’istituto finanziario. Se questo ha sede all’estero deve scattare un campanello d’allarme. Le aziende con sede all’estero non sono autorizzate a concedere crediti in Svizzera. Per effettuare tali operazioni serve infatti un’autorizzazione delle autorità o una licenza bancaria, che vengono rilasciate solo se l’azienda ha sede in Svizzera e risulta iscritta nel registro di commercio.
  • Controlli tramite l’Indice centrale delle ditte (ZEFIX) se l’istituto finanziario è iscritto nel registro di commercio. Se non è il caso, si tratta quasi certamente di un’azienda poco seria.
  • Prenda denaro a credito esclusivamente da istituti con sede in Svizzera. In tal modo può tutelarsi contro gli interessi usurai e le truffe legate ai crediti. Ai sensi dell’articolo 3 della legge federale contro la concorrenza sleale (LCSl) la concessione di un credito è vietata se causa un eccessivo indebitamento del consumatore. Per tale ragione, in Svizzera vengono sempre svolti conteggi e controlli accurati prima di un’operazione finanziaria di questo tipo.
  • Faccia attenzione a eventuali oneri amministrativi, che in Svizzera non possono essere fatturati a parte. Secondo la legge federale sul credito al consumo, tutte le spese relative alla concessione del credito devono essere incluse negli interessi. Se un istituto finanziario esige un anticipo a fronte di un impegno di prestito, si tratta dunque molto probabilmente di una truffa.
  • Diffidi dei crediti immediati. In conformità alle attuali disposizioni di legge, il cliente ha 14 giorni di tempo per revocare la proposta di conclusione del contratto o la dichiarazione di accettazione. In tal modo, il legislatore ha inteso dare agli interessati la possibilità di riflettere bene prima di indebitarsi. Qualora i cosiddetti «crediti express» e i «crediti immediati» non prevedano il diritto di revoca sono illegali. Spesso si tratta di vuote promesse con le quali istituti finanziari di dubbia natura vanno a caccia di clienti.

Roaming

Per roaming si intende l’utilizzo di reti estere con smartphone, tablet o computer portatili. La navigazione in Internet all’estero tramite dispositivi mobili può far salire in modo vertiginoso i costi di roaming. La domanda di questo tipo di servizi da parte di chi si trova all’estero è in costante crescita, dato che molti utenti non voglio rinunciare ai vantaggi della connessione permanente a Internet durante i viaggi di lavoro o le vacanze. Per non rendere inutilmente troppo salata la propria fattura di telefonia mobile a causa dei costi di roaming è importante seguire alcuni consigli.

Come posso proteggermi dal roaming?

  • Se non necessita in permanenza la connessione a Internet nel corso del viaggio, disattivi la funzione di roaming direttamente dallo smartphone non appena esce dalle frontiere svizzere o la faccia disattivare dall’operatore. In tal modo eviterà download indesiderati mentre si trova all’estero.
  • Fuori dalla Svizzera utilizzi, nei limiti del possibile, reti gratuite. Hotel, bar, ma anche istituzioni pubbliche mettono spesso gratuitamente a disposizione degli utenti le proprie WLAN. Tenga però conto che non tutte le reti locali garantiscono lo stesso livello di sicurezza.
  • I costi di roaming variano da un Paese all’altro: prima del viaggio si informi in modo specifico sulla sua destinazione.

Abbonamenti trappola legati alla pornografia

Gli abbonamenti trappola sono uno degli strumenti più diffusi anche nell’industria pornografica per fare denaro facilmente. Una persona che naviga con il proprio smartphone su siti pornografici può, con un clic sul banner pubblicitario sbagliato (che ad esempio rimanda a un video), abbonarsi inconsapevolmente a un servizio erotico costoso. In seguito, il fornitore, che a quel punto è a conoscenza dell’identificativo del cellulare dell’incauta persona, dopo averle spedito alcuni messaggi redatti ad arte, fa addebitare i servizi via WAP-Billing direttamente sulla sua fattura telefonica. Nella maggior parte dei casi, i fornitori che ricorrono a questo espediente inviano, a dire il vero, una comunicazione con un link che consentirebbe di disdire l’abbonamento. Molti utenti considerano però tale comunicazione come spam, non essendo consapevoli di essersi abbonati a un servizio. Spesso, i siti pornografici sui quali sono collocati tali banner non sono gli autori delle trappole, ma vendono semplicemente gli spazi pubblicitari ad altri fornitori di servizi che realizzano poi l’imbroglio.

Come posso proteggermi dagli abbonamenti trappola legati alla pornografia?

  • Controlli con regolarità la fattura telefonica e in caso di addebiti indesiderati informi tempestivamente il gestore di rete.

Altri abbonamenti trappola: pianificazione di itinerari, software o SMS gratuiti, aiuti per i compiti a casa e proposte di ricette

Per poter elaborare un itinerario tramite una di queste applicazioni, è necessario innanzitutto fornire un indirizzo e-mail e accettare le condizioni d’utilizzo, che però non sono consultabili sul sito. Solo dopo aver soddisfatto tali richieste, è possibile utilizzare il servizio di pianificazione online. A seguito della registrazione, la persona riceve dal fornitore un’e-mail che la esorta a effettuare un pagamento, di norma di alcune centinaia di euro, per un presunto abbonamento della durata di più mesi.

Se la persona non paga la fattura o contesta il presunto contratto, riceve altre e-mail, che minacciano una procedura di diffida, il pignoramento del conto o addirittura dell’appartamento. In tali comunicazioni si arriva perfino ad affermare che il presunto creditore avrebbe diritto di accedere alla casa del malcapitato, in sua assenza, e di impossessarsi di ciò che più gli aggrada.

Si tratta naturalmente di minacce prive di ogni fondamento. Non essendo stato possibile prendere visione delle condizioni di utilizzo del servizio online, il contratto non si considera perfezionato anche se la persona ha accettato alla cieca tali condizioni. Inoltre, un’azienda con sede all’estero non può avviare procedure d’esecuzione contro persone residenti nel nostro Paese. In Svizzera, infine, i precetti esecutivi sono notificati sempre dall’ufficio d’esecuzione competente e non da aziende private.

Lo stesso espediente viene utilizzato anche nel caso di altri servizi via Internet proposti apparentemente a titolo non oneroso, come software o SMS gratuiti, aiuti per i compiti a casa e proposte di ricette. Tali pseudo offerte hanno in comune la registrazione per un servizio, decantato in precedenza come gratuito, che si rivela essere un abbonamento trappola. Se la persona non paga la fattura inviata in seguito, riceve, a torto, forti minacce. Questi fornitori sleali sperano tuttavia che le persone male informate e/o intimorite paghino comunque.

Come posso proteggermi da abbonamenti trappola?

  • Non scarichi programmi da Internet provenienti da fonti sconosciute. Clicchi su «Interrompi» oppure «No», se si apre una finestra di download indesiderata.
  • Non si registri mai su piattaforme che offrono servizi per i quali non si può prendere visione online delle condizioni generali di vendita (CGV) o delle condizioni di utilizzo.
  • Elimini immediatamente le e-mail o le lettere che minacciano pignoramenti in relazione agli abbonamenti trappola sopra menzionati.
  • Non paghi le relative fatture anche se sono minacciati pignoramenti. Va sottolineato che le procedure di questo tipo sono di competenza dello Stato e la loro attuazione compete agli uffici d’esecuzione. In Svizzera, i privati o le aziende non possono effettuare pignoramenti.

Cosa posso fare se, malgrado tutto, resto vittima di un abbonamento trappola?

  • Contesti eventuali fatture che ritiene di aver ricevuto a torto. Vanno pagati solo i prodotti e i servizi effettivamente ordinati. In determinate circostanze, se è il fornitore a indurre in errore nel corso processo di acquisto, non si è tenuti a pagare.
  • Risponda al mittente della fattura per lettera raccomandata, scrivendo di essere stato imbrogliato dal fornitore e che dunque il contratto è nullo. Nella lettera si dovrebbe inoltre precisare che la fattura non sarà pagata e che non si darà seguito a ulteriore corrispondenza.
  • In caso di precetto esecutivo ingiustificato, faccia opposizione entro dieci giorni dalla notificazione.

Viaggi promozionali e promesse di vincita

Non di rado capita di ricevere lettere sulle quali quale campeggiano scritte tipo «Complimenti per la vincita!» oppure «Congratulazioni, ha indovinato la risposta al nostro quiz di agosto!». Sulle promesse di vincita non ci sarebbe nulla da ridire, a condizione che vengano mantenute senza chiedere nulla in cambio e il presunto vincitore abbia effettivamente preso parte a un concorso a premi. Se però nella stessa lettera si invita il «fortunato» a ritirare il premio di persona, a versare una somma di denaro in contropartita o a telefonare a un numero a pagamento, allora la prudenza è d’obbligo.

Il mittente afferma che il destinatario ha vinto una somma di denaro, un viaggio o articoli casalinghi e per motivarlo a ritirare il premio fa balenare la prospettiva di altri regali, cesti di prodotti gratuiti o omaggi. Un’unica nota stonata: per ritirare la presunta vincita la persona deve partecipare a una gita in pullman o a un pranzo, durante i quali risulta subito chiaro che il premio era solo uno specchietto per le allodole e i partecipanti devono sorbirsi per ore presentazioni di merci messe in vendita con metodi talvolta estremamente aggressivi.

Come posso proteggermi dai viaggi promozionali e dalle promesse di vincita?

  • Stracci senza esitare le lettere che annunciano vincite e che le sembrano poco serie.
  • Non partecipi mai a viaggi in pullman, gite o pranzi collegati a promesse di vincita. In tali occasioni, in genere, non viene consegnato alcun premio e ai malcapitati viene fatto il lavaggio del cervello affinché acquistino merci e servizi che, anche se presentati come grandi occasioni, sono in genere eccessivamente cari. I metodi di vendita sono inoltre particolarmente aggressivi.

Cosa posso fare se ho già stipulato un contratto o effettuato un acquisto durante un viaggio promozionale?

  • In linea di principio, la validità di un acquisto o di un contratto conclusi in modo sleale va valutata caso per caso tenendo conto dell’insieme delle circostanze. Il contratto può essere impugnato per errore e inganno. Spetta poi al tribunale stabilire se il prezzo d’acquisto deve essere rimborsato.
  • Faccia valere il diritto di revoca ai sensi degli articoli 40a-f del Codice delle obbligazioni (CO). In base all’articolo 40a CO, nel caso di contratti a domicilio o di contratti analoghi il cliente ha 14 giorni di tempo per presentare una dichiarazione scritta di revoca del contratto.
  • Può inoltre presentare un reclamo alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) tramite l’apposito modulo. Dal 2012, la SECO ha la possibilità di avviare un’azione penale o civile contro le pratiche commerciali sleali che minacciano o ledono interessi collettivi, tra cui quelle riconducibili a viaggi promozionali e promesse di vincita. La SECO non ha tuttavia facoltà di intervenire nei casi che riguardano singole persone.
  • Se si sente messo sotto pressione, non si lasci convincere a sottoscrivere contratti d’acquisto e contatti eventualmente la polizia.

Quadro giuridico

L’imbroglio non configura una truffa nel senso penale del termine. Nella maggior parte dei casi si tratta della sottoscrizione di un contratto le cui condizioni sono, a prima vista, poco chiare. 

Per determinati contratti sussiste un diritto di revoca (ad es. viaggi promozionali e imbroglio degli annuari), mentre per altri la vittima può dichiarare di essere stata indotta all’errore. In tal modo, i contratti in questione possono essere annullati. 

Chi intende adire le vie legali per contestare metodi di vendita che considera sleali, deve far valere i propri diritti tramite un’azione civile. Alcune forme di imbroglio violano segnatamente la legge federale contro la concorrenza sleale.

Cosa può fare la polizia?

Le vittime di imbroglio hanno la possibilità di presentare denuncia penale per concorrenza sleale alla polizia o al pubblico ministero oppure di intentare un’azione civile. Si tratta tuttavia di una strada lunga e costosa, che potrebbe non valere la pena a fronte dell’importo reclamato dal mistificatore. Presentarsi a un posto di polizia è comunque utile, dato che le autorità sono interessate a conoscere le diverse forme di imbroglio messe in atto anche per sensibilizzare in merito la popolazione.

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